Otto obiettivi da raggiungere attraverso altrettante strategie che si concretizzano con 32 azioni che vanno da progetti infrastrutturali a quelli di innovazione del trasporto pubblico locale, da interventi di riorganizzazione dei servizi a quelli della governance del settore. Una mole di investimenti, fino al 2030, superiore ai 19 miliardi di euro, di cui oltre la metà già disponibili, il 62 per cento dedicati alla mobilità e al trasporto su ferro e il 35% all’adeguamento e manutenzione stradale. Sono questi i numeri del Piano Regionale dei Trasporti (PRT) del Veneto, presentato dal presidente della Regione, Luca Zaia, dall’assessore Elisa De Berti e dal coordinatore del comitato scientifico del Piano, il professore Ennio Cascetta, per il quale Zaia ha avuto parole di grande stima: “Abbiamo preso il migliore – ha detto – basta leggere il suo curriculum e quello dei componenti del suo gruppo di lavoro”. Tanti numeri, è stato sottolineato dai relatori, ma un’unica visione: garantire una mobilità sostenibile, in un Veneto moderno, più competitivo e connesso con il mondo, ma al tempo stesso attento all’equità sociale, all’inclusività e all’accessibilità dei propri territori. Un Veneto, in estrema sintesi, dove muoversi, trasferirsi e viaggiare sia più semplice, per le persone, siano essi cittadini, lavoratori, studenti o turisti, e per le merci. “È un lavoro che abbiamo voluto affrontare anche se non porta consenso – ha affermato Zaia –, ma che chi ha responsabilità di governo del territorio non può trascurare, anche se si tratta di programmare qualcosa che è difficilmente programmabile. Programmare la mobilità di una regione oggi è mille volte più difficile rispetto a trent’anni fa: allora eravamo in un mondo analogico, oggi siamo in un mondo digitale che ci riserva sorprese tutti i giorni, dal treno supersonico Hyperloop alle nuove supremazie nell’intermodalità. Ho letto che non avremo più auto nostre, quando oggi c’è chi ne possiede più d’una, ma ci sarà il car-sharing, cambierà anche l’intermodalità gomma-rotaia e quindi non serviranno più i parcheggi, cambiando conseguentemente anche le previsioni urbanistiche. In questo ginepraio noi cerchiamo comunque di programmare, di dare una visione”. “Le risorse ci sono: sono già nella nostra disponibilità 12 miliardi di euro sui 19 previsti per il piano – ha aggiunto il presidente –. Non ci sarà devastazione ma la conferma di opere strategiche come la TAV, l’impegno di mantenere in sicurezza una rete viabilistica di base ampia e solida, il compito di connettere al territorio il terzo scalo aeroportuale italiano… e sta arrivando un ‘neonato’ che risponde al nome di Pedemontana Veneta, 94 chilometri e mezzo di strada che interessa 35 Comuni ed è l’opera cantierata più grande d’Italia”. Zaia ha poi toccato il tema della portualità: “È un aspetto fondamentale perché per noi significa competitività – ha sottolineato –, parliamo di un via di comunicazione naturale per questa regione ed è una grande sfida. Bisogna risolvere i problemi come quello delle Grandi Navi, ma per noi è irrinunciabile anche il tema della crocieristica. Pensare di rinunciare alle crociere non è solo cedere il passo, ma significa perdere l’home port a livello nazionale e regalarlo a qualcuno nel Mediterraneo. Se perdiamo questa partita, se perdiamo Venezia quale porto di arrivo e di partenza delle crociere, diciamo addio non solo ai turisti, ma anche all’occupazione e a tante opportunità. Venezia deve essere rispettata, ma non può prescindere da questa realtà e da questi servizi”. Questi nel dettaglio gli otto obiettivi del PRT: 1. connettere il Veneto ai mercati nazionali e internazionali, per la crescita sostenibile dell’economia regionale, fortemente orientata alle relazioni internazionali; è prioritario, quindi, completare il disegno infrastrutturale di connessione con le principali capitali europee e i relativi mercati di riferimento; 2. potenziare la mobilità regionale per un Veneto di cittadini equamente connessi, superando i problemi di congestione e i limiti di coordinamento tra le diverse modalità di trasporto e riducendo le disparità territoriali, anche al fine di contrastare lo spopolamento dei centri periferici; 3. promuovere la mobilità in funzione dello sviluppo dell’offerta turistica, ampliando la rete infrastrutturale, migliorando la connessione intermodale tra offerta pubblica, privata e mobilità debole (percorsi pedonali, cicloturismo, escursionismo) e lo sviluppo aeroportuale; 4 sviluppare un sistema di trasporti orientato alla tutela dell’ambiente e del territorio, prevedendo di ridurre le emissioni nocive nell’aria, anche con interventi finalizzati a una maggiore fluidificazione del traffico, al cambio modale da gomma a modalità più sostenibili, al rilancio del trasporto pubblico, allo sviluppo dei carburanti green e dei veicoli ibridi ed elettrici;
5.accrescere funzionalità e sicurezza delle infrastrutture e dei servizi di trasporto, tutelando maggiormente la mobilità debole e assicurando il monitoraggio e la manutenzione programmata delle reti e dei percorsi;
6. promuovere il Veneto come laboratorio per nuove tecnologie e paradigmi di mobilità, specie per l’accesso da parte dell’utenza ai servizi pubblici di trasporto; gli altri sono: 7. completare ed efficientare la spesa pubblica per i trasporti e promuovere forme di finanziamento in grado di attrarre capitali privati; 8.sviluppare una nuova governance integrata della mobilità regionale: rientra in tale contesto il sistema delle concessioni autostradali e della rete stradale ordinaria, la gestione della rete ferroviaria, il coordinamento del sistema degli interporti, il riordino nelle competenze del TPL. Tra le 32 azioni previste e che comprendono oltre ai progetti infrastrutturali anche le attività di gestione, la riorganizzazione dei servizi, l’innovazione tecnologica in particolare nel settore del trasporto pubblico locale, si segnalano tra quelle prioritarie:
– il completamento delle linee TAV Milano-Venezia, Padova-Bologna e Venezia-Trieste;
– lo sviluppo di un programma di accessibilità all’area interessata ai Giochi Olimpici invernali del 2026 di Milano-Cortina, attraverso un rinnovamento infrastrutturale complessivo dell’area bellunese e la riorganizzazione dei servizi di mobilità pubblica basata sull’interscambio ferro/gomma; un programma di manutenzione straordinaria per la viabilità di connessione e per la riduzione dell’incidentalità: per la sola rete stradale si valuta in oltre 100 milioni di euro il fabbisogno manutentivo annuale; interventi sulla viabilità di accesso ai comprensori turistici e sviluppo di un piano di itinerari, piste ciclabili ed ippovie, con priorità agli itinerari di accesso ai nodi urbani; l’integrazione tariffaria del trasporto pubblico regionale con l’attuazione del progetto del “biglietto unico”; il rafforzamento della governance e della gestione dei trasporti regionali, anche con istituzione/revisione del ruolo delle società regionali per la gestione diretta di infrastrutture e servizi di interesse regionale. “È un piano che guarda con molto realismo alla nostra situazione – ha detto l’assessore De Berti –, che considera le inadeguatezze e i ritardi accumulati negli anni sul fronte delle infrastrutture e dei trasporti e individua le soluzioni per recuperare il divario che oggi il Veneto paga rispetto ad altre regioni europee, alla cui crescita economica ha contribuito uno sviluppo dei loro sistemi di mobilità. Cosa che da noi, purtroppo, non è avvenuta. In verità, alcune grandi opere infrastrutturali realizzate negli ultimi decenni nel nostro territorio hanno dimostrato tutta la loro utilità e importanza e il nostro obiettivo è completare quelle iniziate, come la Superstrada Pedemontana Veneta. Ma è con questo PRT che segniamo di fatto un passaggio epocale dalla programmazione del 1990, data del Piano vigente, che sul piano delle innovazioni tecnologiche e dei cambiamenti sociali e comportamentali intervenuti in questi trent’anni, appare quasi antica”. “Da un’attenta analisi dello scenario esistente – ha concluso l’assessore – e sulla base delle proiezioni future, elaborate insieme dal Gruppo di lavoro interno della Regione, dai consulenti e dal Comitato tecnico scientifico composto da docenti delle Università venete, coordinato dal prof. Cascetta0, abbiamo individuato uno scenario al quale intendiamo tendere e sul quale ora ci confronteremo con tutti i soggetti pubblici e privati interessati. Uno scenario nel quale, molto semplicemente, la qualità della vita di chi abita, lavora, produce, studia e viaggia nel Veneto sia migliore”. Il Piano sarà ora oggetto di consultazione nei territori con le organizzazioni economiche e sociali. Sette incontri nelle sette province venete sono già stati programmati dal 4 al 19 luglio. Al termine di questa prima fase di consultazione, finalizzata a raccogliere osservazioni e suggerimenti (che potranno essere inviate attraverso il sito web del progetto www.prtveneto2030.it) da parte degli attori locali, il piano sarà sottoposto, come prevede la normativa regionale, alle procedure di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). In conclusione dell’iter, seguirà l’adozione da parte della Giunta Regionale e la successiva approvazione da parte del Consiglio Regionale. (foto Regione).

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