Gli infermieri condividono le preoccupazioni sui ritardi nelle vaccinazioni Covid19 e avanzano le loro proposte. Rispondendo alle soluzioni di cui si sta discutendo in questi giorni a Venezia, il sindacato degli infermieri italiani Nursing Up di Padova (a nome dei 1.300 iscritti in provincia e dei 30.000 in tutta Italia) fa presente alle autorità sanitarie della Regione Veneto che un frettoloso allargamento della platea del personale adibito ai vaccini può rivelarsi controproducente, se non pericoloso. Questo e’ detto in una nota. “La nostra categoria è professionalmente preparata per rispondere alle emergenze e agli eventuali problemi in fase di somministrazione” ha detto Franco Noviello? dirigente sindacale dell’Azienda Ospedaliera di Padova. “In questi giorni sentiamo proposte deliranti circa la campagna vaccinale. Per trovare la moltitudine di infermieri necessari alle vaccinazioni – ne servono tre per ogni singolo intervento – a livello regionale si discute di mettere le siringhe in mano agli operatori sociosanitari. Con tutto il rispetto per chi riveste mansioni di tipo alberghiero e di movimentazione dei pazienti, non crediamo che possa prendere il posto degli infermieri che per operare devono essere laureati, iscritti a un albo, aver maturato molte specializzazioni ed essere abilitati dal Ministero della Salute”. Non è aggiungendo una S alla sigla OSS che magicamente, prosegue Noviello, un collaboratore viene promosso infermiere e gli si può affidare tranquillamente la salute delle persone: “Se è vero che chiunque abbia la mano ferma può fare un’iniezione, serve una preparazione infermieristica per risolvere eventuali problemi di natura sanitaria che potrebbero insorgere; e poi sarebbe giuridicamente corretto ingaggiare personale non adeguatamente formato? Non è cercando soluzioni di fortuna come quella di cui stanno discutendo Roberto Volpe presidente dell’Unione Regionale Istituti per anziani della Regione Veneta, l’assessore Manuela Lanzarin e il segretario regionale della Sanità Luciano Flor, che si fa un servizio alla collettività e Nursing Up non ci sta. O forse è in atto un piano per avvantaggiare la categoria degli operatori sociosanitari a nostro discapito? L’infermiere è un professionista preparato, consapevole dei rischi sanitari e capace di reagire agli eventi avversi. Dateci piuttosto la possibilità di lavorare extramoenia come avviene per i medici, magari temporaneamente, così molti di noi nel tempo libero potrebbero dare una mano con le vaccinazioni. Ma basta proposte insensate! Gli infermieri ci sono e, come si è visto in questo anno di pandemia, si stanno comportando benissimo al punto che gli italiani li hanno definiti eroi. Ma allora delle due l’una: sono eroi o incapaci?” (ph arch.)

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