Il carsismo è un processo di corrosione chimica e meccanica delle rocce, composte in prevalenza da carbonato di calcio, ad opera delle acque piovane e di torrenti inghiottiti nel sottosuolo. Questo fenomeno ha modellato nel tempo un paesaggio unico, caratterizzato da grandi conche, doline e crepacci rocciosi, scavando ampie grotte che si snodano per svariati chilometri di gallerie, fino a profondità considerevoli. Queste enormi cavità scavate nella roccia dalla natura e dalla mano dell’uomo costituiscono uno spettacolo di grande suggestione, con le cascate e i salti di rumorosi corsi d’acqua che scompaiono nel profondo degli abissi. Una bella giornata di esplorazione dei fenomeni carsici che interessano Veneto e Friuli Venezia Giulia permette di imparare la differenza tra stalattiti e stalagmiti. Un itinerario tra natura impervia, tra mistero e meraviglia, storia e preistoria, per una gita o weekend indimenticabile. In provincia di Treviso, tra l’area di Vittorio Veneto e l’altopiano del Cansiglio, c’è una piccola grande meraviglia che oggi è diventata un patrimonio da ammirare e tutelare. A Breda di Fregona si può accedere a un insieme di grotte, scavate in parte dall’uomo a partire dal 1500, attraversate da ponti e ponticelli che conducono al vecchio mulino, ora osteria-ristoro. Al cospetto delle Grotte del Caglieron, di recente inserite nella classifica dei Luoghi del cuore del FAI, le Grotte sono assolutamente uno spettacolo da mostrare ai bambini, ai quali va raccontata la storia di questo luogo, inizialmente un torrente, che in milioni di anni ha scavato una profondissima gola rocciosa calcarea, creando numerose cascate con salti di diversi metri. Anche scendendo l’Altopiano di Asiago si arriva al fondovalle attraversato da profonde gole rocciose scavate dall’acqua, in prossimità del Brenta. Le grotte di Oliero sono cavità carsiche situate nel comune di Valstagna, originate migliaia di anni fa. Il fantastico mondo sommerso dell’acqua di queste grotte è incastonato tra due maestose corone di montagne, l’altopiano di Asiago e il Massiccio del Monte Grappa. All’interno del complesso si possono ammirare quattro grotte tra le quali quella principale, il Covolo dei Siori, dove l’ingresso avviene tramite una piccola imbarcazione e la visita prosegue a piedi tra stalattiti e stalagmiti che fanno da scenario ad un luogo incantato. Suggestiva la vista della cascata di stalattiti alabastrine nella Sala della colata. Pure l’Altipiano Erera-Brendol-Piani Eterni, all’interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, è un luogo ricco di grotte ed abissi in parte ancora inesplorati. In tutta l’area dei Piani Eterni, in più di vent’anni di ricerche, sono state esplorate, topografate e censite oltre 400 cavità. Il principale sistema sotterraneo conosciuto è il complesso della Grotta Isabella (tuttora in fase di esplorazione e studio) che è attualmente la più estesa e profonda grotta del Veneto, con oltre 35 km di sviluppo e -1.052 metri di profondità. È il più importante sistema carsico presente all’interno del territorio di un Parco Nazionale, oltre ad essere il più profondo abisso delle Dolomiti. Numerose sono ancora le diramazioni da esplorare in profondità per riuscire a decifrare l’attuale percorso delle acque sotterranee. In Friuli Venezia Giulia molto conosciuta e costante oggetto di migliaia e migliaia di visite di turisti e scolaresche è la Grotta Gigante, a Sgonico vicino Trieste (foto turismo FVG), che viene considerata la caverna più grande del mondo per la sua cupola di 107 metri, interessante per la ricchezza delle sue stalattiti e stalagmiti e per le ampie gallerie, resti della rete fluviale che esisteva milioni di anni fa. Anche le Valli del Natisone ospitano numerose cavità naturali, la cui formazione è stata favorita dalle caratteristiche geologiche carsiche del terreno. La grotta di San Giovanni d’Antro ospita al suo interno perfino una chiesa quattrocentesca scolpita nella roccia. A Villanova delle Grotte dell’Alta Val Torre (Udine), nelle Prealpi Giulie, un paesino che nasconde un intero mondo sotterraneo, c’è un gioiello che brilla più degli altri: la Grotta Nuova, scoperta nel 1925. Al suo interno, in mezzo alle mille meraviglie che l’acqua ha creato nel tempo, otto chilometri di gallerie, immense sale, spettacolari caverne; si possono osservare anche molte tracce di eventi geologici passati. La Grotta Nuova è popolata da diversi esemplari di fauna che a volte è possibile vedere anche sul percorso turistico. Sculture di pietra lavorate pazientemente dall’acqua nel corso dei secoli la rendono unica nel suo genere. Pure in provincia di Pordenone ci sono mondi sotterranei: nel cuore delle Prealpi Carniche, tra la bellezza e la tranquillità dell’altopiano di Pradis, centinaia di cavità di origine carsica, una natura incontaminata ed un fascino antico ne fanno un luogo magico, ricco di storia, cultura e tradizioni millenarie. Formatesi nel Cretaceo, queste splendide grotte aperte al pubblico sono state luogo di ritrovamento di numerosi reperti preistorici, custoditi nel vicino Museo della Grotta, tanto da essere considerati un importante sito archeologico. Le Grotte Verdi di Pradis sono conosciute per l’incantevole colore smeraldo delle pareti. Nell’area si apre un’ampia caverna, la discesa all’Orrido, con le sue cascate, archi naturali e cavità, un ambiente carsico unico per la sua bellezza. Lungo le pareti sono evidenti le morfologie tipiche dell’erosione fluviale. Scendendo 207 scalini che conducono fino al fondo, dove scorre il Torrente Cosa, si può ammirare la forra creata dal torrente e, arrivati in fondo all’Orrido, ci si trova davanti ad un Crocefisso ligneo. Una delle cavità più affascinanti è la Grotta della Madonna, che prende il nome dalla statua bronzea custodita al suo interno al cui cospetto si celebra ogni anno una suggestiva Messa di Natale. La Grotta è stata denominata Tempio Nazionale degli speleologi. (ODM)

 

 

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