In occasione della festa di Sant’Antonio abate (17 gennaio, giorno in cui nelle campagne venete si usava, e si usa, macellare il maiale, allevato in fattoria o privati cascinali) la Confraternita dei “Nostalgici del Tabar”, che si prodiga per  rinnovare le tradizioni contadine a Concamarise, paese della provincia di Verona, ha coinvolto un gruppo di artigiani locali e ragazzini per costruire 40 spaventapasseri. Hanno usato paglia, abiti vecchi da contadino e attrezzi agricoli e li hanno  piazzati in vari punti dell’abitato (foto), con il permesso del Comune. L’iniziativa si svolge dal 14 al 17 gennaio. Il perchè di questo recupero delle tradizioni contadine lo ha spiegato all’Arena Fabrizio Leonardi, presidente della Confraternita. A ciascun fantaccio è stato appeso al collo un proverbio agricolo: è un semplice modo, ha detto Leonardi, per far conoscere le nostre radici agricole. Ricordo che lo spaventapasseri serviva per allontanare dai campi e dai filari dell’uva i tanti indesiderati stormi di uccelli (in genere merli, passeri, tordi, cornacchie) che danneggiavano seriamente le sementi. Ai giorni nostri ci sono meno filari e anche meno uccelli ed è per questo che gli spaventapasseri sono scomparsi. Per la gente di campagna questi fantocci sono simbolo di una agricoltura rispettosa dell’ambiente e della tradizioni. Aggiungo, ha concluso Leonardi, che oggi a sostituire gli  spaventapasseri ci sono deterrenti ottici e acustici.  La presenza dello spaventapassero rende quasi magica il centro di Concamarise e porta un mix di messaggi, tra allegria e tutela della campagna, senza però spaventare più nessuno. In questi giorni di festa a Concamarise si vive forse una atmosfera antica, vale a dire sembra di tornare indietro nel tempo. Tra gli appuntamenti, il 14 gennaio, alle 20, nell’ex chiesa antica dei santi Lorenzo e Stefano, è in programma un concerto di campane con il gruppo “La Torre” e l’esecuzione di canti popolari del gruppo “I gnocolari della Masua”, di Sant’Anna di Alfaedo. Domenica, alle 10, processione in abiti d’epoca con la statua di Sant’Antonio, santa messa con benedizione del sale e degli animali domestici, mostra di trattori d’epoca, apertura del museo “Casa contadina” e svolgimento del secondo raduno ippico “Sant’Antonio Abate”. Poi, al Rey Sol, pranzo con piatti tradizionali e consegna del “Premio della Confraternita”. A seguire una dimostrazione di cottura di una forma di formaggio, usando una antica procedura di lavorazione. La festa si concluderà martedì 17 con una cena al circolo Noi San Lorenzo con il piatto di Sant’Antonio, costituto da polenta e moretta (è il sanguinaccio).

 

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