Apertura delle celebrazioni del quattrocentesimo anniversario della nascita di Francesco Morosini il 26 febbraio, giorno in cui nacque il futuro comandante e doge. L’iniziativa è dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti di palazzo Franchetti che ha organizzato un convegno di tre mezze giornate con autorità, esperti e studiosi della Serenissima, anche stranieri, non già con l’intento di esaurire l’esame dei molteplici eventi nei quali il personaggio e, con lui, la Repubblica, furono coinvolti, ma più semplicemente nella speranza di conoscere meglio il contesto storico, prosopografico, militare e geopolitico che sottese la vita del Morosini. E, con Morosini, Venezia, che lo seguì trovando nel personaggio l’interprete di un sogno mai del tutto svanito – dopo l’epopea della IV crociata – nella propria coscienza antropologica. Una componente, questa, per così dire incarnatasi nella storia della Serenissima, ma rinvigoritasi nel corso del XVII secolo a motivo di lunghi reiterati conflitti contro l’Impero ottomano: l’apertura a Venezia del Fondaco dei Turchi (1621) non significò infatti l’inizio di una fase di cooperazione economica, ma il suo contrario. Ecco allora la guerra di Candia (1645-1669), la Lega Santa (1684-1699), la guerra di Morea (1714-1718). Ingresso libero. Il convegno si inserisce nel contesto delle commemorazioni che si terranno a Venezia da febbraio a novembre e che vedono coinvolte le maggiori istituzioni cittadine, con la proposta di convegni, mostre, pubblicazioni e altre iniziative storico-culturali. (nella foto: ritratto del doge Morosini)

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