Nel comune di Vicenza la popolazione straniera conferma l’andamento verso il basso che si registra ininterrottamente da diversi anni. Dai 19.650 abitanti di nazionalità straniera che si registravano nel 2012, infatti, anno in cui si raggiunse il picco con una percentuale del 17,3% sul totale della popolazione residente a Vicenza, nel 2017 gli stranieri sono scesi a 16.704 unità, pari al 14,7%: un calo di quasi 3.000 unità in cinque anni (-15%), di cui 492 solo l’anno scorso (-2,9%). Fra gli stranieri residenti in città al 31 dicembre, 3.071 (18,4%) sono nati in Italia e 2.744 in provincia (2.627 proprio a Vicenza, pari al 15,7%). Il 39% ha cittadinanza di Paesi Europei extra Ue (Serbia 14,2%, Moldavia 8%), il 22% proviene da Paesi dell’Asia (Cina 5,2%, Filippine 4,7%), il 18,1% da Paesi UE (in gran parte Romania 13,9%) e 16,7% dall’Africa (4,2% Nigeria, 3,3% Marocco). Questi dati sono stati forniti dall’assessore all’innovazione e  semplificazione Filippo Zanetti (foto). Anche la popolazione residente a Vicenza continua a diminuire. Se si considera che  il 2013, quando i residenti aumentarono comunque di appena 15 unità, è dal 2011 che si conferma il trend verso il basso, con i segni negativi più pesanti proprio negli ultimi tre anni: -646 abitanti nel 2015, -755 nel 2016 e -578 l’anno scorso. Le elaborazioni dei dati demografici dell’ufficio statistica del Comune di Vicenza restituiscono il dato di 111.620 residenti al 31 dicembre 2017, lo 0,5% in meno rispetto ad un anno prima. “Le cause del calo sono note da tempo – ha osservato l’assessore comunale: il numero di nati, 807 nel 2017, è inferiore al numero di morti, 1.199; e sono di più le persone che se ne vanno da Vicenza, 3.907 l’anno scorso, rispetto a quanti vengono a risiedervi, 3.721 nel 2017. Tuttavia è importante fare il punto annualmente sui cambiamenti demografici della città berica, perchè disporre di una fotografia reale ci permette di orientare al meglio le scelte politiche e amministrative, oppure capire che impatto possono avere nella società eventuali scelte politiche in corso di discussione”. I bambini iscritti per nascita a Vicenza sono leggermente aumentati nel complesso (+10) rispetto al 2016, ma per effetto dei soli nati di nazionalità straniera (256 contro i 243 del 2016), mentre i bimbi italiani sono stati 551, tre in meno rispetto all’anno prima, 20 in meno rispetto a due anni prima. “La tendenza di avere meno nati rispetto ai morti va avanti dal 2007 – ha evidenziato Zanetti -. Inoltre pesa il fatto che anche gli stranieri si sono via via adeguati allo stile di vita occidentale, per cui hanno cominciato a fare meno figli”. La contrazione demografica si accompagna anche al generale invecchiamento della popolazione. Nel 2017, come negli anni precedenti, tutti gli indicatori risultano in crescita: l’indice di vecchiaia registra 193 anziani (65 anni e oltre) ogni 100 giovani (0-14 anni), contro i 188 su 100 dell’anno prima e i 182 del 2015. “Ciononostante ci manteniamo il capoluogo del Veneto più giovane – ha concluso l’assessore -: nel 2016, l’ultimo anno di cui abbiamo disponibili i dati Istat delle altre città, gli altri capoluoghi veneti andavano da un minimo di 200 a Verona ai 238 di Venezia”. gli ultimi L’età media a Vicenza passa nel 2017 da 45,6 a 45,9 anni. E la popolazione con almeno 85 anni rappresentava il 4,2% del totale con un aumento di un decimale rispetto al 2016. Tutti dati peraltro comprensivi dell’effetto di mitigazione da parte della componente straniera, senza la quale gli indici di vecchiaia sarebbero ancora più elevati. Basti pensare che se fra gli italiani la percentuale di anziani è del 28%, con 244 anziani ogni 100 giovani, fra gli stranieri è di appena il 3,5%, con 19 anziani ogni 100 giovani. L’età media fra gli stranieri residenti in città, infatti, è di appena 34 anni, contro i 48 anni degli italiani. Al 31 dicembre 2017 è rimasto costante il numero di famiglie rispetto ad un anno prima, pari a poco più di 51.900 nuclei, con un leggero ritocco verso il basso del numero medio di componenti per famiglia, pari a 2,13. Quanto alla composizione, se l’anno scorso si è confermato il trend al ribasso delle famiglie sia con tre che con quattro componenti, è continuato ad infoltirsi invece il numero delle famiglie composte da una sola persona (41,8%), passate da 21.521 del 2016 a 21.704 del 2017 (+183). “Le famiglie con figli, invece, sono appena un quarto del totale, 12.919 – ha sottolineato Zanetti -: anche questo un dato che fa riflettere quando si impostano politiche sulla famiglia”. Se poi si focalizza l’attenzione sulle persone che, in base all’indirizzo di residenza, vivono effettivamente da sole, il numero scende a 17.257 nuclei composti da un solo componente. Queste persone risultano avere un’età media di 59,4 anni (52,6 i maschi, 64,1 le femmine), essere per il 18,4% ultraottantenni, per il 90% italiani (età media 61,1), per il 40,2% celibi o nubili, per il 14% coniugati, per il 28,7% vedovi e per l’11% divorziati. Sono ulteriormente diminuiti, sia quelli con rito civile che gli ormai pochi celebrati con rito religioso: 270 in tutto quelli registrati l’anno scorso (erano 410 un decennio prima), con una diminuzione di 20 unità rispetto al 2016. Nel dettaglio sono stati 185 quelli celebrati con rito civile (69%), 85 con rito religioso (31%). A questi dati si uniscono il numero delle unioni civili: 30 nel 2017, di cui 23 tra maschi e 7 tra femmine. “Dai dati sui matrimoni misti emerge inoltre che Vicenza non solo è capace di accogliere – ha dichiarato Zanetti -, ma che è pure una città che si integra: su 185 celebrazioni, infatti, quasi il 30% è tra italiani e stranieri”.

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