“Santa Marta: qualcosa che merita” è il titolo del Laboratorio che per un intero semestre ha impegnato gli studenti di design Iuav, coordinati dalle docenti Raffaella Fagnoni e Paola Fortuna, con la collaborazione di Damiano Fraccaro.
Organizzati in 15 gruppi, i 60 studenti hanno sviluppato un percorso attraverso Santa Marta, seguendo gli approcci del Design sociale, del Design per l’innovazione sociale, del Design dei servizi, interagendo con i cittadini e gli attori locali per sviluppare le proprie proposte progettuali e agire come attivatori di processi di cambiamento. Per gli studenti del progetto De Novo: “I resistenti, questo è l’epiteto con cui ci si riferisce agli abitanti di Santa Marta, conoscendo le nostre intenzioni e intuendo il reale interesse che nutrivamo per loro, ci hanno accolti, e pian piano hanno iniziato a fidarsi di noi, a condividere con noi le loro vite, i loro ricordi e ciò che hanno di più profondo per raccontarsi: la loro arte. Una scrittrice, un fotografo, un artigiano e una coppia di teatranti ci hanno svelato la loro storia. Abbiamo deciso di condividere questo prezioso racconto e di farne il primo di una serie, attraverso cui ogni abitante di Santa Marta possa rivelarsi”. Alcune azioni progettate hanno riproposto la tradizione secolare dell’antica festa dei luni, o dei lumi, che riuniva un tempo gli abitanti nella spiaggia di Santa Marta (scomparsa dopo l’urbanizzazione del quartiere), come occasione per rimettere in circolo spazi e luoghi dimenticati o sottoutilizzati, per riattivare processi di cittadinanza, di riuso, di rigenerazione sociale e urbana. Fra le numerose proposte emerse dal Laboratorio: uno spazio per artisti, un sistema di orti / arredi urbani, un laboratorio sartoriale, una collezione di prodotti che attingono all’identità di Santa Marta, un mercato/baratto, un film festival trasportabile… e molto altro. Raffaella Fagnoni:dobbiamo andare oltre il problem-solving, usando il progetto per agire come attivatori di processi di cambiamento, andando a cercare le situazioni in cui poter portare un contributo. (Ph Iuav).

Lascia un commento