Ad un anno giusto dai restauri fatti ai Giardini Reali di Venezia, voluti da Napoleone Bonaparte ad inizio Ottocento, grazie a un complesso restauro promosso e realizzato da Venice Gardens Foundatione che ora curerà nel tempo la gestione e la crescita dei Giardini. Tale Fondazione si è avvalsa, per il restauro botanico, dell’opera dell’arch. Paolo Pejrone e, per il restauro architettonico e di ripristino della Serra, dell’arch. Alberto Torsello di TA Torsello Architettura, che ha ripreso e interpretato i disegni degli architetti Carlo Aymonino e Gabriella Barbini. Connessi nuovamente a piazza San Marco attraverso lo storico ponte levatoio, i Giardini Reali, apetti al pubblico, si estendono su circa 5.000 mq, e si affacciano sul Bacino marciano; sono circondati da canali sui quali prospettano il Museo Correr, le Sale Imperiali del Palazzo Reale, il Museo Archeologico Nazionale e la Biblioteca Marciana. Dagli anni ’50 del secolo scorso i Giardini napoleonici, motivo di vanto della città per tutto l’Ottocento, avevano perso a tempi cadenzati l’equilibrato rapporto con le architetture contigue e da qualche decennio versavano in stato di degrado. Pureil padiglione neoclassico, il Cafehaus, realizzato dall’arch. Lorenzo Santi, (1816-1817), riportava evidenti criticità, mentre il pergolato ottocentesco in ghisa, la cancellata e lo storico ponte levatoio erano in stato di semi/tot. abbandono. Per le coperture degli edifici all’interno dei Giardini Reali, in particolare la serra, si è voluto usare un materiale che si ponesse come l’evoluzione, la versione contemporanea, del piombo, in una sorta di continuità con il piombo presente sulla cupola del padiglione del Santi e su numerose altre cupole di Venezia. Zintek, soc.che opera da 80 a Porto Marghera e che in Venezia ha eseguito altri interventi, ma e’nota pure all’estero) si è dimostrata il partner ideale per realizzare quest’opera. Il suo laminato in zinco-titanio è stata la soluzione migliore, non solo per gli aspetti ecologici e funzionali, ma anche paesaggistici e formali. Zintek – come spiega una nota – è stata in grado di dialogare con il progettista, di comprendere le esigenze e individuare le soluzioni anche in contesti delicati. Quindi l’impiego di zinco titanio zintek ha avuto un ruolo fondamentale e come materiale futuribile e ben si fonda con gli stili preesistenti. Vista dal bacino di San Marco, la nuova serra con la copertura in zinco titanio è come se avvinghiasse il padiglione del Santi in modo del tutto naturale. Il rapporto con le ombre, con i colori, con le cupole è esso stesso un dialogo fra nuovo e antico. Il valore cromatico dello zinco titanio è un elemento fondante: è il colore della luce, è il colore del piombo, ha un forte valore estetico. “Non e’stato semplice mettere vicino all’architettura neoclassica una nuova architettura – ha spiegato il progettista Alberto Torsello – e su questo mi ha aiutato molto il materiale innovativo perché parte dalla tradizione, cioè dalla metallurgia, avendo, però, in sé prestazioni altissime per resa e durabilità. Permette di godere di un rapporto con la materia e nello stesso tempo ha le caratteristiche di materiale futuribile”. Questo intervento – come evudenziato – si caratterizza su tre linee: rigenerazione urbana, riattivazione di connessioni, restituzione di un paesaggio. Sintetizzando il restauro ha ristabilito le connessioni fra le componenti dell’area che erano andate perdute e ha riattivato il collegamento diretto fra piazza e giardini. La sostenibilità che esprime, grazie all’utilizzo dello zintek, non significa solo eco-compatibilità, ma anche recupero delle energie del passato, come facevano architetti e costruttori nei secoli scorsi. Il concetto di riutilizzo ben si abbina con il materiale in zinco-titanio zintek, riciclabile al 100%. È un progetto di valore oltre ad essere “made in Venice”.(ph Giardini reali dopo restauri e impiego Zintek/arch).

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