Presentato a Roma il terzo report di ca’Foscari. La finalita’e’ dare un fondamentale contributo informativo e di riflessione sulle condizioni di gestione delle criticità finanziarie locali. Il team dell’Università Ca’ Foscari Venezia, con Stefano Campostrini, Direttore del Centro Governance & Social Innovation e Marcello Degni, Consigliere della Corte dei Conti e Direttore del Master in Pubblica Amministrazione, grazie a collaborazioni e confronti con istituzioni e stakeholder (Ministero dell’Interno, Ministero dell’Economia e Finanza, ANCI – IFEL, Legautonomie, Corte dei Conti e intermediari finanziari) ha preso in esame i principali aspetti di questa realta’.
Il Rapporto di quest’anno fotografa – come riporta nel magazinews di ca’Foscari Federica Ferrarin – una situazione difficile ed un fenomeno in crescita che evidenzia la necessità di un intervento del legislatore. Nel corso dell’anno 2019 si registra una forte criticità finanziaria dichiarata in 81 comuni (34 hanno deliberato il dissesto e 47 hanno richiesto l’attivazione della procedura di riequilibrio, revocata in 4 casi), per complessivi 1.109.159 abitanti, 6 comuni in più del 2018. Le procedure attivate nell’anno sono 86 perché in 5 comuni all’attivazione della procedura di riequilibrio è seguita la deliberazione del dissesto. Lo squilibrio totale registrato ammonta a oltre 1 miliardo di euro (1.161 milioni) per una quota annuale media di 101 milioni. I comuni che hanno avviato le procedure di dissesto e pre-dissesto sono concentrati in alcune parti del territorio (Campania, Calabria, Sicilia) ma non mancano casi eclatanti anche al Nord, come Alessandria. Una situazione che si stima riguardi almeno il 10% dei comuni. Anche le dimensioni del comune giocano un ruolo importante, portandosi dietro una maggiore complessità, ed ecco dunque comuni che manifestano criticità come Brindisi, Cosenza e Avellino nel 2019, Sesto San Giovanni, Imperia, Terni, Caserta, Andrai, Lecce, Catania, nel 2017 Benevento. Partendo dalla analisi di tutta la documentazione relativa alla criticità finanziaria dei comuni (documentazione informatizzata e caricata su una banca dati vengono proposte diverse riflessioni, partendo da un confronto europeo, affrontando i temi dell’innovazione sociale e della nuova governance territoriale come strumento per il progresso degli enti locali. Nel report si toccano poi diversi aspetti dei servizi che i comuni sono chiamati a svolgere: dalla gestione dei rifiuti alla regolazione dei servizi per l’infanzia e il trasporto scolastico. I comuni veneti non risultano avere ricorso ad alcuna procedura di criticità finanziaria (zero dissesti negli ultimi 5 anni contro, ad esempio, i 2 del Piemonte e Lombardia; zero procedure di riequilibrio contro le 9 di Piemonte e 25 della Lombardia negli ultimi 8 anni). Questo non significa che non sussistano difficoltà. Il personale in rapporto agli abitanti è, ad esempio, tra i più bassi del Paese (con 5 ogni 1000 abitanti si è sotto di una unità di personale contro la media del Paese); l’offerta di servizi per l’infanzia è buona, ma non ai primi posti (con 28 posti offerti ai bambini in età inferiore ai tre anni ogni 100 bambini il Veneto è sopra alla media italiana – 25 – ma dietro a molte regioni quali Umbria con 41 o Emilia Romagna con 38 su 100). Tutti i comuni italiani, pur essendo il front office dello Stato soffrono di tagli ricevuti in forma molto maggiore rispetto alle altre amministrazioni e di una poca attenzione avuta negli ultimi anni con una tendenza che solo molto recentemente sembra invertirsi. Non va dimenticata la congiuntura nella quale l’uscita di questo rapporto si colloca. L’esplosione in Europa di un’epidemia devastante come quella del Covid-19 fornisce una nuova chiave di lettura dei diversi modelli di comune. Di fronte al fallimento del mercato si analizzano le diverse forme di comune, luogo della reciprocità e della redistribuzione, e i modelli di governance delle politiche locali. Nel precedente Rapporto e’ stato evidenziato come l’istituto del dissesto (e pre-dissesto) come normato nel titolo VIII del TUEL avesse mostrato limiti consistenti, esponendo ai disagi conseguenti una porzione consistente della popolazione italiana. A fronte della non trascurabile entità degli enti locali coinvolti, anche nel passato recente, in situazioni di grave criticità finanziaria, oltre ad auspicabili interventi ulteriori per l’intero comparto, si ravvisa l’opportunità di rivedere radicalmente l’impianto normativo esistente potenziando la formazione, l’affiancamento e l’assistenza tecnica, che, assieme a iniezioni di nuovo personale giovane e preparato, sono le chiavi per il risanamento e la tutela del bene pubblico bilancio. La parte finale del Rapporto illustra il frutto del lavoro di ricerca e dei diversi confronti pubblici e seminariali. Proposta fatta propria dal Ministero dell’Economia e Finanze che, sotto l’impulso del viceministro Laura Castelli, ha promosso un tavolo tecnico con Ministero dell’Interno e Corte dei Conti per realizzare una riforma del Titolo VIII, di cui si auspica al più presto la ripresa dei lavori, dopo lo stop forzato della scorsa primavera. La proposta presentata riassume le due attuali procedure (dissesto e riequilibrio) in una unitaria, a più stadi concatenati, supportata da una robusta attività di monitoraggio annuale e incardinata nel ciclo di bilancio. In definitiva ci si propone di dare soluzione alla criticità in tempi certi, ben condiderando la durata del mandato. (ph arch.)

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