Dagli attuali 208 a 172. Potrebbe essere questo, a partire dal primo gennaio 2016, il numero dei comuni in Trentino se dovessero andare in porto tutti i progetti di fusione avviati negli ultimi mesi. La Giunta provinciale, su proposta dell’assessore alla coesione territoriale Carlo Daldoss, ha espresso parere favorevole a 19 processi di fusione che interessano ben 55 comuni. Siamo molto soddisfatti per quanto sta accadendo – hanno commentato il presidente Ugo Rossi e l’assessore Daldoss (nella foto) – perché abbiamo sempre creduto che le fusioni siano la strada principale per superare la frammentazione amministrativa e creare migliori condizioni organizzative e di governo del territorio, a vantaggio, innanzitutto, dei cittadini. L’Autonomia trentina – hanno detto – dimostra grande reattività rispetto ai cambiamenti in corso a livello nazionale, dove nel 2014 i processi di fusione registrati hanno interessato complessivamente 62 comuni”. “E’ un processo – ha aggiunto il presidente Rossi – che necessita di forte convinzione e che non può basarsi solo su motivazioni, certo importanti, di efficienza e di efficacia della pubblica amministrazione, ma che deve fondarsi sulla voglia delle nostre comunità di essere protagoniste del loro futuro, in una prospettiva più ampia che vada oltre i campanili, che sono un tratto distintivo importante, ma che dobbiamo utilizzare, metaforicamente, per salirci sopra e guardare, insieme, più lontano”. “Si tratta di un momento storico – ha sottolineato Daldoss – che potrebbe riscrivere il quadro istituzionale del territorio trentino. Ora la decisione passa ai cittadini di ciascuno dei 55 comuni coinvolti. Ci auguriamo che le consultazioni referendarie vadano a buon fine”.

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