Perché il pomodoro è rosso? Chi era Newton e cos’ha a che fare con il telescopio Hubble? Nel gennaio 2014 usciva il primo numero di PLaNCK!, rivista di divulgazione scientifica (in italiano e inglese) per ragazzi tra gli 8 e i 12 anni, ideata e realizzata da un gruppo di giovani scienziati dell’università di Padova. Dalla luce, scelta come tema d’esordio, al Dna, passando per il tempo, il cibo e l’informatica, fino ad arrivare alla cellula, protagonista del numero 10 del magazine che viene  stampato in mille copie e si può ricevere in abbonamento o acquistare in libreria. “Da grande farò lo scienziato” è la sintesi di un progetto nato per rispondere innanzitutto a una domanda: è possibile trattare argomenti scientifici complessi usando un linguaggio semplice, a misura di bambino? La risposta è sì, ma solo se il divulgatore dimostra di possedere solide competenze, perché per semplificare un tema complesso bisogna conoscere perfettamente la materia, non si può improvvisare. “È importante che chi la scienza la fa tutti i giorni si renda conto del ruolo fondamentale che riveste nella società – ha detto Agnese Sonato, ideatrice e coordinatrice di PLaNCK! insieme a Marta Carli -. La divulgazione scientifica ha il compito di trasferire alla società quello che normalmente resta dentro le mura accademiche. È difficile, molto difficile. Ci sono vari modi per fare divulgazione, tutto parte dal pubblico a cui ci si rivolge e dagli strumenti che si sceglie di utilizzare. Più strumenti, metodi e competenze collaborano e più la divulgazione sarà efficace. Per quanto riguarda il nostro progetto – ha  continuto Sonato, laureata a Padova in Scienze dei materiali -, l’obiettivo principale (è detto in un servizio pubblicato dal Bo dell’ateneo)  è sempre stato quello di realizzare un prodotto editoriale unico che fosse in grado di raccontare la scienza ai ragazzi in modo originale e con caratteristiche nuove. Ma non ci siamo voluti fermare al prodotto editoriale, siamo andati oltre lanciando un progetto innovativo capace di coinvolgere il mondo della formazione, della scienza e della società su vari livelli. Per prima cosa abbiamo riconosciuto fondamentale il rigore scientifico che spesso, purtroppo, è sottovalutato e, per fare questo, abbiamo messo in piedi un comitato scientifico formato da docenti e ricercatori dell’università di Padova; poi abbiamo pensato che fosse importante interagire direttamente con i bambini, e questo lo mettiamo in pratica attraverso alcune attività che facciamo nelle scuole proprio partendo dalla rivista. Abbiamo inoltre voluto aggiungere una parte in inglese per far conoscere quella che è considerata la lingua della scienza, per fornire delle letture integrative al materiale scolastico ordinario e anche per dare una dimensione internazionale al progetto stesso”. Articoli e interviste (l’ultimo numero, il 10, propone anche un approfondimento sui vaccini e una intervista all’immunologa Antonella Viola) hanno uno stile dinamico e accattivante, ma allo stesso tempo rigoroso; la rivista è inoltre arricchita da fumetti, giochi ed esperimenti. Prima di ogni uscita, i testi vengono consegnati ad alcune classi scelte, un modo per testarne l’efficacia e il grado di comprensibilità prima di andare in stampa: “Partendo dalle bozze, chiediamo ai ragazzi di creare l’articolo vero e proprio, scegliendo anche titolo e immagini. In pratica diventano una mini-redazione. Tutti hanno un ruolo e tutti i ruoli sono importanti: il lavoro di gruppo è fondamentale. Noi così capiamo sia se gli articoli sono scritti in modo comprensibile sia se il messaggio è arrivato o è stato invece frainteso. Di conseguenza, possiamo cambiare alcuni dettagli proprio in funzione di quello che emerge tra i banchi. Dialogare con i nostri lettori ci permette di superare un approccio di divulgazione dall’alto, facendo in modo, invece, che i bambini si esprimano liberamente, ci dicano cosa capiscono e cosa vorrebbero sapere”.

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