Le cancellerie europee stanno diplomaticamente valutando la situazione perchè è cominciato sotto il segno del malcontento il primo semestre di presidenza Ue della Bulgaria, a undici anni dall’ingresso di Sofia nell’Unione. Nella capitale bulgara gli ospiti d’onore i presidenti della Commissione Jean-Claude Junker, del Consiglio europeo Donald Tusk e del Parlamento europeo Antonio Tajani, i quali sono stati accolti da una serie di volute proteste. L’inizio della presidenza bulgara s’è celebrato l’11  gennaio con un concerto nel teatro nazionale “Ivan Vasov” al quale hanno preso parte i più noti artisti e cori bulgari con canti folkloristici, antichi canti della liturgia ortodossa, balli tradizionali e composizioni contemporanee. Alla cerimonia il presidente della Repubblica Rumen Radev e il primo ministro Boyko Borissov (foto con Junker). Nella giornata del 12 gennaio i commissari europei hanno dialogato con i ministri del governo bulgaro per affinare le priorità principali della presidenza e cioè le relazioni estere, sicurezza e difesa, migrazione e giustizia; un’Europa inclusiva e sostenibile, vicina ai cittadini; Europa competitiva, innovativa e digitale. I risultati di questi incontri cluster saranno valutati in una sessione plenaria nell’edificio del Palazzo nazionale di cultura, recentemente rinnovato per l’occasione. Inoltre il presidente Juncker incontrerà il primo ministro bulgaro Boyko Borissov e il presidente bulgaro Rumen Radev, come anche la presidente del Parlamento bulgaro Tsveta Karayancheva. Il Collegio dei commissari invece avrà dei colloqui con la presidenza del Parlamento bulgaro e i capi dei gruppi parlamentari. Lo ha riferito oltre ai vari media dei Balcani anche Radio Koper (Capodiustria). A scendere in piazza varie le organizzazioni ambientaliste, che si oppongono alla recente decisione del governo del premier Boyko Borisov, di permettere nuove costruzioni all’interno del parco nazionale del Pirin, inserito nella lista dei siti patrimonio dell’Unesco. Scontento si è riscontrato anche tra i sindacati di polizia, che da mesi chiedono un aumento di salario del 15% e un miglioramento delle difficili condizioni di lavoro. Per il governo bulgaro, accusato da opposizione e osservatori internazionali di fare troppo poco per combattere la corruzione nel paese, soprattutto ad alti livelli, la presidenza è iniziata con evidenti difficoltà, che rischiano di minare – come riferito dai media – le speranze di una rilancio dell’immagine del paese in Europa. La precedenza è data al rilancio delle prospettive di integrazione europea dei Balcani occidentali, che dovrebbe concretizzarsi – a maggio – nell’adozione di una nuova road-map nell’ambito di una mega conferenza sul tema,  prevista a Sofia. Tra i temi prioritari, anche sicurezza, controllo dei confini europei ed economia digitale. Queste informazioni sono state raccolte e diffuse, tra altri, anche dall’Osservatorio dei Balcani e Caucaso e da Sir.

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