“Questa volta l’Europa deve ascoltarci: se Bruxelles ha investito sinora significative risorse del bilancio comunitario per la tutela delle piccole marinerie e la salvaguardia dell’ecosistema del mare Adriatico, non può ora mettere in ginocchio la pesca alle vongole, attività strategica per l’economia ittica dell’Alto Adriatico. Delle due l’una: o vale il principio che tutela dell’ambiente, della biodiversità e della piccola pesca locale rappresentano un valore sovranazionale, anche economico, o si lascia mano libera a lobbies e concorrenza selvaggia, alla faccia di ogni logica comunitaria”. E’ la linea di tutela dell’assessore alla pesca della Regione Veneto, Giuseppe Pan, di fronte alla ripresa della ‘guerra delle vongole’ tra Spagna e Italia. Da una parte le grandi imprese dell’Andalusia, in particolare del Golfo di Cadice, stanno facendo pressione sulla Commissione Europea perchè vieti la pesca di vongole sotto i 25 millimetri di grandezza. Dall’altro i molluschicoltori dell’Alto Adriatico chiedono a gran voce che la Ue rinnovi a fine ottobre, per altri tre anni, la deroga che dal 2015 ha concesso alle imprese italiane di pescare e commercializzare le vongole superiori ai 22 millimetri. Una deroga concessa in ragione della specificità adriatica, dove prevalgono le vongole di taglia inferiore, e condizionata alla buona conservazione della fauna marina e dell’ecosistema del golfo di Venezia.
“I pescatori veneti in questo momento sono come Davide contro Golìa – riconosce Pan – ma proprio per questo sono fiducioso che potranno vincere la loro battaglia, soprattutto se tutte le istituzioni territoriali dell’Alto Adriatico e il governo nazionale sapranno fare squadra insieme ed essere al loro fianco. La posta in gioco è una economia da circa 10 milioni di euro che coinvolge centinaia di barche e di imprese familiari. Ricordo che pescatori non sono i predatori della risorsa marina, ma il primo presidio per una gestione sostenibile del mare e delle sue coste. Tanto che, grazie anche a programmi transfrontalieri finanziati proprio dalla Ue con milioni di euro (come Dory e Adri-Smartfish), pescatori e molluschicoltori del Veneto e delle regioni contermini litoranee hanno investito nell’adeguamento della flotta, delle tecniche e dei tempi di coltura e di pesca per garantire sostenibilità e sviluppo alle attività di molluschicoltura e ittiche e preservare l’equilibrio dell’ambiente marino, con positivi risultati sugli stock ittici certificati dalle stesse autorità europee. Invito pertanto gli europarlamentari veneti e dell’Alto Adriatico a fare squadra a Bruxelles per sollecitare il Parlamento e la Commissione europea ad essere coerenti con se stessi e a rinnovare la proroga ai pescatori dell’Adriatico”, conclude Pan. Che anticipa: “Porterò la questione all’attenzione anche della prossima riunione della commissione competente della Conferenza delle Regioni per impegnare il governo nazionale ad esserci alleato in questa battaglia per la sopravvivenza di un settore che, seppur di nicchia, è vitale per l’economia del primario e del paese”.(foto arch.).

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