Bella e imponente a Treviso e’la chiesa che i Frati Eremitani vollero innalzare nel nome di Santa Margherita. I restauri che il Mibact, con un supporto della Regione del Veneto, hanno effettuato per trasformare la ex chiesa nella nuova sede del Museo Nazionale della Collezione Salce (manifesti pibblicitari del XIX e XX secolo) hanno consentito di salvare solo il “guscio”, anch’esso in parte violentato, di quella che è stata una delle più belle e ricche chiese del capoluogo della Marca. Gli oltre 2 secoli trascorsi dalla soppressione napoleonica del convento e dalla trasformazione della chiesa in fienile, stalla, cavallerizza e, via via, in palestra, hanno cancellato le testimonianze del suo magnifico passato. Quando Santa Margherita era il pantheon e il luogo sacro di riferimento della piccola ma molto potente comunità fiorentina attiva a Treviso. Qui i fiorentini esercitavano il credito e altre professioni di livello e il loro ruolo nella società dell’epoca era tutt’altro che secondario. I più killustri qui trovano dimora anche dopo la morte, in sepolcreti di cui non rimane oggi traccia. Salvo che per quello di Pietro di Dante, figlio del Divino Poeta e di Gemma Donati.
Pietro Alighieri, nacque a Firenze nel 1300, fu giudice, poeta e commentatore. Risiedeva a Verona ma morì, nel 1364, a Treviso durante un soggiorno in città. I suoi funerali vennero celebrati il 29 aprile 1364 a Santa Margherita a cura di Frà Liberale e di Leonardo di Baldinaccio da Firenze, i quali commissionarono allo scultore veneziano Zilberto Santi la costruzione del Monumento Funebre da collocarsi nel chiostro della chiesa. “Qui rimase – ricorda Chiara Voltarel che alla chiesa di Santa Margherita ha dedicato un’ampia pubblicazione – sino alla Soppressione Napoleonica, quando venne scomposto e rimosso. I canonici riuscirono a salvare in parte la sepoltura di Pietro Alighieri: alcuni pezzi che componevano il monumento funebre furono conservati in un cortile compreso tra il Duomo e la Biblioteca Capitolare, altri purtroppo sono andati persi. Trovarono infine collocazione nel 1935 all’interno della chiesa di San Francesco, che da pochi anni era stata riaperta al culto. Questo monumento si vede ota ricomposto sul lato sin. del transetto dell’edificio francescano, chiesa che ospita anche la pietra tombale di Francesca Petrarca, morta nel 1384 di parto, seconda figlia del poeta”.Museo Coll.Salce: 0422 591936 drm-ven.collezionesalce@beniculturali.it ufficio stampa e ph : Esseci 049.663499 gestione2@studioesseci.net

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