“Focus” di febbraio ha dedicato un articolo alla spedizione scientifica di carattere geologico a cui ha partecipato anche il ricercatore Alessio Sanfilippo del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia. Condotta in collaborazione con il CNR di Bologna e il Servizio Geologico dell’Arabia Saudita, durante la missione è stata documentata, si legge su “Focus”, la presenza di un sito neolitico di grandi dimensioni di cui si supponeva l’esistenza, ma che non era mai stato studiato in precedenza. In una nota dell’ateneo pavese è detto che questa missione testimonia un esempio molto interessante del connubio geologia-archeologia. Il gruppo di ricerca ha fotografato particolari e spettacolari strutture neolitiche in Arabia Saudita, visibili anche da satellite, ma finora mai studiate dal vivo. I ricercatori italiani sono stati i primi a poter analizzare queste strutture poiché hanno già in essere un’attività di ricerca nell’area in collaborazione con il Servizio Geologico del paese. Viste da terra, queste strutture sembrano poco più che muretti di pietre, senza quasi forma o direzione, disseminati sul suolo duro e arido, plasmato dalla lava. Che la disposizione non sia casuale, lo si apprezza soltanto dall’alto e, proprio durante una missione in elicottero per effettuare rilievi geologici, Sanfilippo con i colleghi Luigi Vigliotti e Marco Ligi, dell’Istituto di Scienze Marine del CNR di Bologna, le hanno notate. Disegni precisi, che si estendono per chilometri. Ricordano le linee Nazca, in Perù. Il gruppo è ora al lavoro per poter arrivare a una datazione affidabile delle strutture e per cercare di capire le funzioni e la destinazione delle cosiddette “linee di Khay­bar”.

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