A Thorl-Maglern (Austria) firmato un protocollo d’intesa per la riammissione informale di persone alla frontiera, che snellirà le procedure per i respingimenti tra Italia e Carinzia. L’intesa – secondo quanto si è appreso – prevede che i cittadini di Stati terzi rintracciati e fermati dopo aver fatto ingresso clandestino in Italia possono essere rimandati senza ulteriori formalità in Austria e viceversa, a condizione che la riconsegna sia avviata entro 24 ore e venga fornita prova documentale che gli irregolari sono passati dal paese verso il quale vengono respinti. Ad esempio, perché trovati in possesso di un visto o permesso di soggiorno non scaduto da più di sei mesi, di un titolo di viaggio con timbro di ingresso o uscita dal paese di non più di sei mesi, biglietti aerei o ferroviari o fatture e scontrini riconducibili al paese in cui devono essere riammessi. Non serviranno invece le prove documentali nel caso in cui il rintraccio sia avvenuto durante i servizi di pattugliamento misto. La riammissione senza formalità non potrà avvenire invece nel caso in cui la persona risulti richiedente asilo in un Paese terzo aderente alla Convenzione di Dublino. Il protocollo è stato sottoscritto dal questore di Udine, Claudio Cracovia, dal direttore della Polizia di frontiera Irene Tittoni e dal direttore regionale di Polizia della Carinzia, Michaela Kohlweiss.

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