Danni al bestiame causati dai lupi non soltanto nella Lessinia Veronese, nel Trentino e Friuli, ora branchi di questi carnivori anche in alcune località dei sette comuni dell’altopiano di Asiago (Vicenza), con inevitabili danni subiti dagli allevatori il cui bestiame è stato oggetto di assalti e morte. Per fare il punto e decidere interventi, nel palazzo della reggenza della comunitù montana dell’altopiano, con l’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan e il responsabile della direzione regionalea agroambiente,  caccia e pesca Andrea Comacchio, anche il sindaco di Gallio Emanuele Munari. Il problema della presenza del lupo sull’altopiano è relativamente recente, ma sta causando danni sensibili in un’area fortemente antropizzata e storicamente vocata all’alpeggio e all’allevamento in quota. Pan non ha mancato di ricordare che per la legislazione europea e nazionale il lupo è specie protetta e che, in Italia, continua a mancare un piano di gestione nazionale del lupo. Quest’anno la Regione mette a disposizione 200 mila euro di aiuti – ha ribadito Pan – che saranno erogati , tramite Avepa, a chi investe in recinti elettrificati e in dissuasori  faunistici”. Per il prossimo anno e per il 2020 – ha annunciato Pan –  il bilancio regionale stanzierà un milione di euro l’anno per i danni da fauna selvatica. Al fine di velocizzare i pagamenti, la Giunta ha predisposto una procedura di raccordo diretto con le Province, in modo che gli indennizzi avvengano in tempi rapidi, entro i due mesi.“Regione, comunità montana, amministrazioni locali e categorie interessate devono fare squadra- ha concluso l’assessore – non solo per coordinare gli interventi di prevenzione, ma soprattutto per portare all’attenzione del futuro governo proposte e strategie di gestione sostenibile della presenza di un animale predatore con il lupo in aree tradizionalmente vocate alla zootecnìa”. Come ricordato la la Regione Veneto  ha fatto ricorso a risorse proprie e ai fondi comunitari del Progetto Wolfalps, per sostenere una duplice strategia: aiutare gli allevatori a dotarsi di sistemi di prevenzione, da un lato; e, dall’altro, indennizzare i capi predati. Nel 2017 agli allevatori sono stati pagati 137 mila euro a ristoro dei danni subiti a causa delle predazioni.

 

 

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