“La tutela della Laguna di Venezia per la giunta regionale è molto più di un impegno. Fondamentale, soprattutto in prospettiva dei tempi che ci attendono, consolidare le sinergie e sviluppare sempre nuovi progetti di salvaguardia di un ambiente che tutto il mondo ci invidia. Per questo continueremo ad impegnarci su questo fronte, oltre a quello delle bonifiche e di tutti gli interventi legati alla legge speciale per Venezia per i quali attendiamo ancora risorse dal Governo”. Così Roberto Marcato, assessore allo sviluppo economico ed energia, illustra la delibera attraverso la quale la giunta regionale ha approvato lo schema di Protocollo di Intesa tra Regione del Veneto, Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per il Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, Comune di Venezia, Consorzio di Bonifica Acque Risorgive e Università degli Studi di Padova (Dipartimento di Ingegneria Industriale), finalizzato allo sviluppo di una progettualità comune per difendere dall’erosione le barene e le paludi più interne della Laguna di Venezia, attraverso l’applicazione di un approccio integrato e sostenibile alla gestione del territorio lagunare, sulla base dei risultati ottenuti e in continuità con le metodologie utilizzate nell’ambito del progetto LIFE VIMINE.Tale progetto, finanziato dall’Unione Europea attraverso il Programma LIFE+ nel periodo dal 2013 al 2017, ha permesso di realizzare una serie di piccoli interventi di ingegneria naturalistica a basso impatto ambientale, finalizzati alla protezione di pochi ma strategici punti dei margini barenali. Obiettivo principale dell’iniziativa era quello di definire ed applicare un nuovo tipo di approccio integrato alla gestione del territorio, basato sulla protezione dall’erosione delle barene e delle paludi più interne della Laguna di Venezia.  L’esperienza, coordinata dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova, oltre a favorire gli interventi di ripristino ambientale realizzati con materiali naturali secondo principi di bioingegneria, ha permesso di creare una stretta e fattiva collaborazione tra gli enti coinvolti che ha portato alla definizione, cui seguirà la sottoscrizione, di un protocollo d’intesa per gestire la manutenzione, ciascuno per la propria parte di competenza. (ph arch.)

Lascia un commento