Oltre 50 funzionari per la sicurezza portuale degli scali del nord Adriatico al seminario Secnet, relativo alla security e cyber security, in programma il 27 febbraio presso il porto di Venezia; si tratta, come è scritto in una nota dell’Autorità portuale, di un vero Training Transfrontaliero. Il Progetto Secnet – che è sostenuto da un co-finanziamento pari a 1.3 milioni di euro (di cui 250 mila per il solo porto di Venezia) ed ha come obiettivo quello di rafforzare la capacità istituzionale e la governance transfrontaliera nella security portuale – si propone di accrescere la competenza dei porti in questo settore con l’ausilio di innovativi sistemi informatici e fornendo competenze tecniche e specialistiche comuni a livello transfrontaliero. Compete ai tre porti partner del progetto avviare un piano d’azione congiunto per potenziare la difesa delle reti informatiche (cyber security) e la difesa delle aree portuali dall’accesso di soggetti non autorizzati. Nel concreto il progetto prevede un check-up delle architetture di rete per valutare i possibili rischi, l’adeguamento informatico dei sistemi di controllo per l’accesso in porto ma anche l’acquisto di sistemi di videosorveglianza all’avanguardia. L’evento si articola in 3 Sessioni tematiche e prevede la partecipazione di illustri accademici ed esperti di assoluta rilevanza: il Capitano di Fregata (CP) V. Paolo Leone, ufficiale dei Ruoli Speciali del Corpo delle Capitanerie di porto, ha il compito di presentare le buone pratiche nei porti europei nella gestione della sicurezza fisica ed informatica emerse dalla ispezioni condotte dalla Commissione Europea, nonché un inquadramento generale sulla rilevanza strategica della tematica, condividendo anche le esperienze dirette dei gruppi di lavoro da lui condotti tra la Commissione Europea e la U.S. Coast Guard. Il prof. Roberto Setola, coordinatore del Master Homeland Security, Università Campus Bio-Medico, Roma, è chiamato a parlare di “Nuove tecnologie per la sicurezza fisica nelle are portuali” oltre che di “Cyber Security”. Al prof. Fabio Garzia, Università Sapienza di Roma (Dipartimento di “Ingegneria della Sicurezza”) il compito di relazionare su “La gestione multidisciplinare integrata della sicurezza nelle aree di manovra ferroviaria portuali”. Sono tematiche particolarmente sentite dato che le misure aggiuntive e non coordinate di security si traducono spesso in una più lenta movimentazione della merce e quindi in una minore competitività dei porti, a discapito dello sviluppo economico dei territori. Un tema a cui Venezia dedica attenzione da tempo; non è un caso infatti se, durante l’ispezione della Commissione Europea (dipartimento security) di qualche mese fa, l’esito era stato più che positivo tanto che i membri del gruppo ispettivo hanno assunto l’impegno di proporre a Bruxelles che alcune procedure già in uso nei terminal del porto di Venezia vengano adottate come buone pratiche anche da altri scali europei.

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