Il mobile di Pordenone vola con +19,9 milioni di export da un anno all’altro, sono in crescita pure i vini del Friuli (+3,7 milioni), i coltelli di Maniago (+3,4 milioni) e il prosciutto di San Daniele (+1,8 milioni). Sono i 4 distretti del Friuli Venezia Giulia (su 6) che contribuiscono a un secondo trimestre 2017 da record per l’industria nordestina: 7,15 miliardi di esportazioni distrettuali. Uno studio curato da Intesa Sanpaolo e pubblicato dal Piccolo di Trieste evidenzia come fra gennaio e giugno di quest’anno la crescita è stata del 4,1%, per un incremento di 551,4 milioni. Il Friuli Venezia Giulia, con complessivi 458 milioni di euro e un incremento di +24,7 milioni, pari al 5,7% rispetto al secondo trimestre 2016, ha superato la media distrettuale nazionale (4,3%). Il polo di Trieste, al contrario, segna una diminuzione sullo stesso periodo del 2016 del 15,4% (-20,1 milioni) da attribuire quasi interamente al calo sofferto nel mercato francese, con il quale da un paio d’anni sono attive importanti partnership. A guidare complessivamente il trend del nordest è il Trentino Alto Adige, con un aumento del 7,2% (+29 milioni) e 6 distretti su 7 in crescita. Il Veneto, che tuttavia da solo pesa per 6,3 miliardi di export, ha visto a sua volta una crescita del 3%, che vale 184 milioni; anche in questo caso si tratta di un nuovo livello record che supera del 27,4% i valori osservati nello stesso periodo del 2008. Nel secondo trimestre del 2017, nella classifica nazionale per crescita in valore delle esportazioni, svettano infatti tre distretti veneti che si collocano nei primi venti posti: sono la meccanica strumentale di Vicenza (+8,2%), gli elettrodomestici di Treviso (+16,8%) e la concia di Arzignano (+4,8%). Buona salute pure per i poli tecnologici del Nordest. E’ brillante il biomedicale di Padova che ha registrato una straordinaria accelerazione con più 36 milioni di euro, ed una percentuale di +27,5%, grazie alla domanda di Stati Uniti e Cina.

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