Il Veneto si candida a regione leader nella produzione di birra a kmzero avendo piu’campi ad orzo e luppolo e un maltificio in Polesine. Secondo i dati di Coldiretti dei 140 birrifici artigianali presenti sul territorio regionale il 30% è agricolo con una coltivazione in proprio delle principali materie prime. 75 milioni i litri prodotti pari al 13% – conferma Coldiretti Veneto – con una varietà di gusti legate direttamente ai prodotti agricoli come la birra al radicchio rosso tardivo, al riso, al carciofo oppure aromatizzata alla canapa. Un successo spinto anche da una normativa regionale che ha inteso premiare gli agribirrifici in base alla qualità, al metodo di lavorazione ma soprattutto all’origine delle materie prime impiegate. Coldiretti ispiratrice della legge reputa strategico il provvedimento che in questi anni ha favorito l’occupazione nel settore degli under 35 promuovendo l’attività tra i giovani agricoltori riconoscendo questa professione come connessa alla qualifica di imprenditore, creando anche i presupposti del “piccolo birrificio agricolo”.Con un aumento record nel 2021 del 18,4% degli acquisti domestici in Italia trainati dalle ondate di caldo torrido causate dai cambiamenti climatici con il crescente successo di bionde e rosse artigianali Made in Italy, l’italia può giocarsi la sua carta vincente e festeggiare oggi la Giornata internazionale della birra.
Un dato beneagurante – spiega Coldiretti – rispetto alle difficoltà causate dal Covid al settore che nel 2020, tra lockdown e chiusura di ristoranti, pizzerie, pub e agriturismi ha subito un calo del fatturato pari al 35%, secondo un’analisi Coldiretti, anche se nel 2021 si stima una ripresa delle attività con un deciso recupero trainato dai mesi estivi e dalla ripartenza delle attività di ristorazione. Il consumo pro capite nel nostro Paese è arrivato a 36,8 litri, ma la birra rappresenta anche un traino per l’economia alimentando una filiera che, fra occupati diretti e indotto, offre lavoro a oltre 140mila persone. In crescita anche le esportazioni dopo le difficoltà registrate lo scorso anno a causa delle pandemia, con un aumento del 4% nei primi quattro mesi del 2021, secondo un’analisi di Coldiretti su dati Istat sul commercio estero. A spingere la ripresa è soprattutto la birra artigianale che conta circa 550.000.000 di litri prodotti ogni anno; di cui circa un terzo arriva da aziende agricole che trasformano direttamente i prodotti agricoli per fare birra. Per un consumo – secondo la Coldiretti – diventato negli anni sempre più raffinato e consapevole con specialità altamente distintive e varietà particolari: dalla birra aromatizzata alla canapa a quella pugliese al carciofo di colore giallo paglierino, dalla birra senza glutine al riso Carnaroli del Piemonte a quella con la zucca, dalla birra con le arance di Sicilia a quella con le scorze di bergamotto, da quella alla ciliegia a quella con le fragole, da quella al miele di erica alla birra con le prugne e non mancano neppure la birra aromatizzata al pane e quella al grano saraceno. Si tratta di realtà molto spesso realizzate da giovani che sono i più attivi nel settore con innovazioni che vanno dalla certificazione dell’origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i “brewpub” o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Si stanno peraltro creando anche nuove figure professionali.(ph campi di luppolo Alta Padovana.arch.Coldiretti).

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