Non siamo ancora in pericolo – rassicura Coldiretti Veneto che sta monitorando il territorio sferzato dal vento gelido e segnato dalle basse temperature. Le coltivazioni e gli allevamenti sono sotto controllo – confermano i tecnici impegnati nel presidio delle campagne e nelle comunicazioni costanti con gli agricoltori. Imprenditori tra l’altro sempre più abituati ai capricci del tempo e quindi attrezzati proteggere alberi da frutto ad esempio con l’irrigazione antibrina, un metodo che distribuisce l’acqua sulle piante anche sotto zero, con la solidificazione si ha l’effetto igloo dove il calore che mantiene i gradi adatti a salvare la fioritura. In Veneto le gemme non sono ancora in piena maturazione – affermano gli agronomi di Coldiretti – si presentano ancora turgide e chiuse. Il perdurare del freddo potrebbe diventare un problema per metà marzo dove la fase sarebbe avanzata tale da risentire della mancanza del tepore climatico adatto. Nelle stalle di montagna si provvede al rifornimento di foraggio e ad evitare che l’acqua geli nelle tubature cosi da garantire l’abbeveraggio. Per i vitelli ci sono coperte per i casi estremi e spazi ad hoc più riparati. Certo i pastori erranti con greggi ovini e caprini sono i più esposti, ma anche le stagioni più rigide da affrontare sono previste da chi svolge questa attività, molti di loro stanno transitando in pianura. Coldiretti sostiene che non esiste un manuale del contadino, ci sono però le buone prassi agricole e in caso di fenomeni straordinari ci si ingegna: l’anno scorso nei vigneti si sono visti i fuochi accesi anche a nord est, soluzione ideale per riscaldare l’aria e favorire il calore tra le vigne e scongiurare i danni alla poduzione (foto).

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