“Il ruolo strategico del Friuli Venezia Giulia nel panorama europeo – ha affermato la presidente della Regione, Debora Serracchiani, intervenendo alla conferenza Il Fvg in Europa nell’aula magna del liceo Galilei – è testimoniato dal vertice annuale dei Balcani occidentali, in programma il 12 luglio, a Trieste”. Il summit prevede la partecipazione dei rappresentanti di sei Paesi balcanici (Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Kosovo, Macedonia, Albania) e degli Stati membri dell’Ue, dell’Alta Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza comune della Ue, Federica Mogherini, e delle grandi istituzioni finanziarie internazionali quali la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) e la Banca europea degli investimenti (Bei). Proprio sui rapporti internazionali che la Regione è riuscita a instaurare nel recente quadriennio la presidente ha incentrato il suo discorso (foto), illustrando i benefici in termini economici degli accordi sottoscritti con la Baviera, che vedono la creazione di un corridoio doganale per le merci, e con l’Iran, che sanciscono una nuova rete di collegamento per il porto di Trieste. “Emerge inoltre l’importanza – ha sottolineato Serracchiani – di aver costruito come Amministrazione regionale in questi ultimi anni delle solide relazioni con la Slovenia, alla luce anche del ruolo strategico che la vicina repubblica sta acquisendo a livello internazionale essendo la nazione d’origine della First Lady Melania Trump”. “Questo fattore – ha aggiunto – conferisce una nuova centralità all’intera area centroeuropea che vede in Lubiana, come proposto dal presidente sloveno, Borut Pahor, la possibile sede del primo incontro ufficiale tra il premier russo Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump”. Sollecitata dalle domande degli studenti, la presidente ha approfondito il tema dell’Unione europea e della crisi, testimoniata dalla Brexit, che le istituzioni comunitarie stanno attraversando in termini di consenso popolare. Dopo aver manifestato un netto scetticismo nei confronti della proposta dell’Europa a due velocità, Serracchiani ha ribadito che ci deve essere “uno scatto della politica per un’integrazione che non può rimanere solo economica”. Un cambiamento che sarà complicato vedere quest’anno essendoci importanti scadenze elettorali, fra le quali quelle in Germania e in Francia. La presidente ha poi elencato una serie di cambiamenti che potrebbero invertire quella tendenza che segna un distacco fra i cittadini e la Ue: l’elezione diretta della Commissione europea e del suo presidente, un taglio significativo ai costi delle istituzioni europee e una più estesa applicazione del Trattato di Lisbona per far in modo che i singoli Parlamenti nazionali possano interagire anche in termini di proposte con Bruxelles.

 

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