Il Veneto è l’unica regione d’Italia che tra i torroni può vantare il “mandorlato” di Cologna Veneta. Si chiama cosi e si rifà ad una grande tradizione storica che risale alla Serenissima Repubblica il top dei torroni regionale. Gli ingredienti e il loro dosaggio sono indispensabili per l’ottima riuscita di questo torrone che vengono inseriti nel calderone con un preciso ordine (prima miele poi poco zucchero, albume e infine le squisite mandorle) che vanno cotti ad una temperatura costante per circa otto ore.
Il torrone in tavola in più di tre case italiane su quattro (69%) per il Natale 2021, con gli acquisti del tradizionale dolce delle feste spinti quest’anno dalla nuova tendenza dei cittadini a ricercare quelli che assicurano la provenienza nazionale, dal miele alla frutta secca. E’ quanto emerge da un sondaggio sul sito www.coldiretti.it diffuso in occasione della sfilata dei dolci tradizionali di Natale al mercato di Campagna Amica al Circo Massimo a Roma, dove è stata allestita la prima mostra del torrone tricolore, con le produzioni più originali provenienti dalle regioni italiane. La novità del Natale post Covid è, infatti, l’arrivo del torrone 100% italiano – sottolinea la Coldiretti – per venire incontro alla tendenza dei cittadini a prestare una maggiore attenzione alla sostenibilità dei prodotti e alla tracciabilità degli ingredienti utilizzati, anche per sostenere l’economia del paese e l’occupazione in un momento difficile a causa dell’emergenza sanitaria. Il risultato è una vera e propria caccia ai prodotti che garantiscono la provenienza nazionale, da regalare o da mettere sotto l’albero e offrire agli ospiti.
Il torrone oggi si divide principalmente in due tipologie – spiega Coldiretti – quelli a pasta morbida e quelli a pasta dura. Il diverso grado di morbidezza della pasta è dato sia dal tempo di cottura (breve per quelli morbidi, prolungato per quelli duri) che dalla materia prima utilizzata Se nella preparazione si utilizza lo zucchero il torrone risulterà più duro perché lo zucchero viene caramellato e una volta freddo si secca e si indurisce, al contrario, il torrone in cui viene utilizzato come ingrediente principale il miele risulta più morbido perché il miele non indurisce come accade allo zucchero. Non tutti sanno che il torrone non è uguale in tutte le regioni perché a seconda del territorio cambia la materia prima che lo compone o la forma che gli viene data per simboleggiare la città di appartenenza. Per esempio in Lombardia il classico torrone di Cremona prende il nome dalla torre campanaria in muratura che domina la piazza del Duomo della città lombarda. Si narra che il nome “torrone” sia nato nel 1441 in occasione del matrimonio tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti, i duchi di Milano. Per i festeggiamenti venne preparato – ricorda Coldiretti – il dolce, modellato proprio secondo la forma del Torrazzo cremonese e da allora divenne uno dei dolci simbolo della città regalato alle autorita’ del tempo come segno di benvenuto e per agevolare i negoziati.Rimanendo sempre al nord: in Liguria c’e’ il Turun chiamato anche Cubaita. E’ un antichissimo torrone tipico dell’estremo ponente ligure, soprattutto della provincia di Imperia. Si tratta di un dolce estremamente semplice – rileva Coldiretti – fatto con un impasto di nocciole, mandorle e noci cotte nel miele, racchiuso tra due sottili cialde rotonde di ostia fatte con poca farina, acqua e albume su cui anticamente si imprimevano gli stemmi e le iniziali delle famiglie nobili. Purtroppo, si tratta di un torrone quasi in via di estinzione che però in passato, proprio per i suoi ingredienti poveri non mancava mai sulle tavole.
(ph arch.coldiretti).

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