Il logo del Festivaletteratura di Mantova (dal 6 al 10 settembre) apre una finestra sull'attualità del Mediterraneo, Roma, 21 Agosto 2017. ANSA/WEB

Il Festivaletteratura di Mantova – dal 6 al 10 settembre- apre una finestra sull’attualità del Mediterraneo. L’evento culturale ospita incontri, laboratori, percorsi tematici, concerti e spettacoli con saggisti, artisti e scienziati di tutto il mondo. Le storie avranno utili approfondimenti. Ad esempio, lo scrittore libico Hisham Matar, parlerà del suo esilio forzato (8/9 ore 11.00, Palazzo Ducale). Voce simbolo della letteratura libica contemporanea, Matar si rifugia con la sua famiglia in Egitto all’età di nove anni, quando suo padre Jaballa – militare, diplomatico e leader dell’opposizione al regime – viene accusato di opposizione al regime di Muammar Gheddafi e probabilmente giustiziato, nel giugno 1996, dalle autorità libiche insieme ai 1270 prigionieri politici detenuti nel carcere di Abu Salim, a Tripoli. E ancora, il poeta siriano Faraj Bayrakdar (6/9 ore 18.30, Chiesa di San Barnaba), fra gli intellettuali di riferimento della diaspora siriana e dell’opposizione al regime di Assad. A parlare della radicalizzazione dei giovani musulmani (6/9, ore 18.30, Convento di Santa Paola), è compito del docente tunisino di Psicopatologia all’Università di Paris-Diderot, Fethi Benslama. Autore di Un furioso desiderio di sacrificio (Raffaello Cortina Editore, 2017), Benslama conia un termine: ‘supermusulmano’, per indicare ”il musulmano ossessionato dalla convinzione di non esserlo a sufficienza, persuaso di aver perso le proprie radici e di doverle ritrovare, sacrificandosi come martire”. Joby Warrick, giornalista del Washington Post (due volte premio Pulitzer), ripercorrerà la vicenda dell’Isis, mentre il politologo Olivier Roy cercherà di individuare i legami tra istanze sociali insoddisfatte delle seconde e terze generazioni di migranti e islamismo radicale. Le speranze tradite della stagione delle primavere arabe, torneranno protagoniste con lo scrittore tunisino Shukri al-Mabkhout (8/9 ore 19.15, Palazzo del Seminario vescovile), autore, fra l’altro, de L’italiano (Edizioni E/O, 2017). Ad accompagnare il pubblico del Festival di Mantova negli anni della guerra civile in Libano sarà la fumettista e designer Zeina Abirached (9/9 ore 11.30 Fondazione Università di Mantova). Si tratta dei fotogiornalisti più apprezzati sulla scena internazionale che raccontano l’attualità attraverso i loro scatti: Buhran Ozbilici, giornalista turco dell’Ap (10/9 ore 17:30), vincitore del World Press Photo 2017 con lo scatto del killer dell’ambasciatore russo ad Ankara; Giulio Piscitelli, il fotografo italiano salito sulle imbarcazioni dei migranti, e Monika Bulaj che – in forma di spettacolo – mostrerà le immagini degli ultimi luoghi rimasti dove fedi differenti ancora dialogano. Sarà poi la volta di un confronto tra società arabe e occidentali a partire dai valori e dai diritti sanciti dalle carte costituzionali.

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