La Venezia affollata di turisti italiani e stranieri non c’e’da oltre un anno a seguito del coronavirus. Dalle 22 fino alle 5 la citta’ e’deserta, come da disposizioni di legge sanitarie. Molti alberghi e B&B sono chiusi mentre bar,trattorie tipiche e ristoranti sono solo operativi per cibi da asporto. Da 12 mesi non e’piu’ la gallina dalle uova d’oro. In questa fase di crisi vanno conteggiati altri operatori turistici (guide,agenzie,interpreti ecc.) e tra questi i gondolieri, una categoria che oggi soffre per mancanza di turisti da portare in gondola lungo i vari canali di Venezia, Canal grande compreso. Andrea Balbi, presidente dei gondolieri, ha segnalato che qualcuno sta pensando di lasciare il remo per fare altra attivita’ mentre sul versante dei ristori finora e’stato fatto poco o nulla. Balbi ha denunciato una situazione difficile che senza interventi di ristoro adeguati rischia
un graduale esodo qualora il virus abbia a continuare ad avere il sopravvento. I gondolieri sono riuniti in cooperativa e svolgonno pure alcuni servizi essenziali,come i traghetti pubblici da una sponda all’altra (come S.Sofia-mercato Rialto; Riva del Vin e Carbon; Frari-S.Angelo e altri). Attualmente il costo di un giro in gondola di 35 mnt e’di 80 euro; far costruire una gondola negli appositi “squeri” (cantieri) puo’ costare da 20 mila euro in su,secondo i legni impiegati. (ph arch.).

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