Sanno coltivare, allevare ed anche cucinare: sono gli agrichef, ovvero i contadini ai fornelli una nuova figura professionale che vuole lanciare la sfida al sistema scolastico affinchè presso gli istituti tecnici di settore si tenga conto anche della abilità culinaria degli agricoltori. Per questo Coldiretti ha promosso una scuola ad hoc che dal Veneto sta coinvolgendo tutte le regioni d’Italia per formare gli operatori agrituristici che vogliono specializzarsi in una cucina personalizzata e rispondente alle nuove esigenze. Durante le oltre cento ore di lezioni pratiche e teoriche i candidati hanno perfezionato ricette per il pasto dell’accoglienza, del manager, dello sportivo, dell’intollerante e il riutilizzo degli alimenti nelle soluzioni antispreco. Su questo campo alla “Cascina” di Mestre i dieci cuochi di campagna hanno affrontato la prova finale davanti ad una giuria composta da giornalisti enogastronomici, docenti e funzionari regionali (foto). Con cinque portate gli allievi in coppia hanno presentato ai giurati: l’antipasto dal titolo specchio di formaggio di malga, rosoline, gialet e perle di polenta a cura della feltrina Desirè Maria Spada e del padovano Innocenti Manuel, i maltagliati di crema di kia con cotto crudo di asparagi dei due veneziani Patrizia Grassetto e Ciro Zanin, cous cous primavera con pane azzimo alle ortiche della trevigiana Manuela Tessari e Paolo Antoniazzi da Jesolo, panino con coniglio e erbe di campo di Samuele Agostini della Città del Santo insieme a Marco Osellame dal Montello, per finire il tris delle golosità con un inedito ‘tiramistrudel” scomposto, una tartare di fragole e la frolla all’olio d’oliva esibite da Anna Paola Sanna e Tania Furlan della provincia di Venezia. “Stiamo puntando molto su questo profilo dove conta più avere una stalla che una stella – ha spiegato Diego Scaramuzza, neo presidente nazionale di Terranostra – nell’ ambiente rurale si stanno facendo notare sempre più pastori, bachicoltori, pescatori, operatori agricoli sociali, didattici, piloti di droni. La riforma dell’istruzione deve tener conto di tanta dinamicità che va considerata e osservata con attenzione”.

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