A proposito delle recentissime ordinanze emesse dal Consiglio di Stato sulla
questione della proroga della durata delle concessioni demaniali marittime, Assonautica Italiana accoglie con soddisfazione detti pronunciamenti – emessi a fronte di alcuni appelli proposti da un Comune italiano – che apre ai rinnovi fino al 2033, ma chiede che si faccia chiarezza su tale questione che riguarda anche il settore nautica. Non deve essere dimenticato che tra i titolari delle concessioni
demaniali marittime, che si ritengono rientranti tra quelle oggetto della proroga, figurano centinaia di imprese legate al settore della nautica quali approdi, cantieri nautici ed ormeggi.Se però, grazie a queste ordinanze, gli attuali titolari potranno continuare nella gestione delle proprie concessioni demaniali marittime, non sfugge come ancora ad oggi si continuino e registrare diversità di posizioni e di interpretazioni relativamente alla
medesima normativa in questione, così da rendere l’applicazionedella stessa spesso difficoltosa e non uniforme in ambito nazionale. A fronte poi di un nuovo procedimento di infrazione che parrebbe esser stato riavviato dai competenti Organi europei nei confronti
dell’Italia proprio sul tema della proroga delle concessioni demaniali marittime, non si ha notizia di un riscontro da parte dello Stato, minando così quella che invece dovrebbe essere una chiara e netta posizione su tale questione da parte dell’Italia in ambito
europeo. “Assonautica Italiana – ha detto il presidente Giovanni Acampora – chiede di attuare immediatamente un percorso che consenta di garantire una
certezza in merito all’effettiva ed uniforme applicazione su tutto
il territorio italiano della normativa in tema di proroga delle concessioni demaniali comprese quelle afferenti al settore della nautica e della portualità, evitando situazioni differenziate a livello locale, in modo da garantire a tutti gli operatori economici 9(ma anche ai diportisti) di poter far affidamento su di un quadro
normativo chiaro e senza incertezze, a maggior ragione in questo peculiare momento storico che tutti noi stiamo vivendo.” (ph arch.).

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