Adozione in via preliminare della proposta di nuovo piano faunistico-venatorio regionale per il quinquennio 2019-2024. Dovrà sostituire, informa la Regione Veneto, l’attuale piano, scaduto nel 2012 e ripetutamente prorogato. Essa rappresenta una nuova tappa del percorso avviato un anno fa – ha ricordato l’assessore Giuseppe Pan – con l’approvazione della legge regionale n. 27/2017 che, come prima attuazione del riordino normativo imposto dalla riforma Delrio, ha ridefinito il quadro pianificatorio, riportando alla Regione l’unico livello di pianificazione in materia venatoria. La proposta di piano della Giunta adegua, inoltre, gli organi gestionali degli Ambiti di caccia alle recenti modifiche legislative, favorendo la rappresentanza paritetica di cacciatori, agricoltori e ambientalisti. L’obiettivo è salvaguardare un sistema efficace che si fonda sul volontariato degli organi di gestione e sulla pari responsabilità di cacciatori e agricoltori, entrambi impegnati nelle attività di tutela e valorizzazione faunistica del territorio”, secondo Pan. “Il tutto all’interno di un quadro organico che vede valorizzati i cacciatori nel ruolo di gestione faunistica complessiva (ad esempio il controllo delle specie dannose, aliene e invasive) e crea un rapporto più stretto ed efficace tra gestione faunistica del territorio e conduzione agricola dei fondi”. “La riforma Delrio ha svuotato le Province di competenze, poteri e risorse – ha puntuliazzato Pan – ma non per questo abbiamo voluto escludere il territorio da questo importante strumento di pianificazione: con una norma transitoria inserita nella legge 27 abbiamo valorizzato i contenuti dei piani provinciali consentendone la trasposizione nella costruzione del piano regionale. Piani che – ricorda ancora Pan – erano stati elaborati ed approvati prima che la riforma Delrio portasse discontinuità e confusione su identità e ruolo delle Province e della Città Metropolitana. Il progetto della Giunta – chiarisce Pan – non intende togliere nulla ai territori, anzi, al contrario, mantiene un presidio locale in materia di caccia e anche di pesca, cercando di contenere i danni di un esodo purtroppo incontrollato di personale. Con l’istituzione del servizio regionale di vigilanza faunistico-venatoria e con l’ultima legge approvata in Consiglio in materia di caccia e pesca, la Regione sta cercando di riportare chiarezza nella pianificazione e nella gestione, perseguendo economie di scala ma salvaguardando la specificità dei territori”. Con la nuova proposta di piano la Giunta regionale fissa alcuni principi base nella programmazione faunistico-venatoria, a partire dalla linea di demarcazione della Zona Faunistica delle Alpi e dalla suddivisione del territorio di pianura in Ambiti Territoriali di Caccia, nel rispetto delle indicazioni dei piani provinciali. E’ stato segnalato che la proposta della Giunta prende atto e consolida accorpamenti e riduzioni nel numero degli Ambiti territoriali di caccia, proposti dai rispettivi piani provinciali: in provincia di Treviso si passa da 13 a 10, come appunto prevedeva il piano provinciale orientato ad accorpare gli ambiti sulla base di bacini faunistici omogenei; nelle altre province, invece, il piano regionale conferma gli ATC esistenti, come richiesto dai rispettivi territori.

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