FORUM COLDIRETTI. NONNI UNA RISORSA, CHI NON LI HA LI ADOTTA

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Con una frase di Carlo Levi “Il futuro ha un cuore antico” come titolo i cento delegati in rappresentanza dei 20 mila over 60 di Coldiretti Veneto si sono riuniti in occasione del primo forum dell’associazione regionale. La relazione del Prof. Giovanni Pieretti dell’Università di Bologna, incentrata sul tema dell’attualità delle origini, ha coinvolto i presenti attenti alle sue parole e alle immagini proiettate. Il docente universitario ha trattato argomenti strategici quali la sottrazione del suolo all’agricoltura, il presidio del territorio, l’importanza della gente dei campi come risorsa fondamentale per dare un un nuovo appuntamento per domani al pianeta. Dal tavolo dei relatori il sociologo dell’economia ha lanciato un appello alla responsabilità non solo politica ma di ognuno per dare un futuro alle nuove generazioni attraverso la riscoperta delle proprie radici quale soluzione per rispondere in maniera alternativa agli imperativi del consumismo. A seguire le testimonianze concrete del messaggio della giornata: quella di Benvenuto Fecchio imprenditore rodigino titolare della fattoria didattica “L’Ocarina” e della giovane Corinne Verdi, di appena diciassette anni ancora studente e già titolare di una start up che porta il nome di “Sesonrose” nel padovano. Il racconto di due esperienze singolari con in comune la presenza significativa dell’anziano in famiglia, cosa diffusa tra le imprese agricole che hanno saputo investire sulla tradizione per fare innovazione. “Nonno” Idelmo Fecchio vissuto ad Ariano Polesine fino a 103 anni fu il primo ad insegnare al figlio a manipolare l’argilla, materiale povero raccolto sugli argini del Po’. Ora la sua passione continua attraverso l’abilità di Benvenuto che ha intrapreso il mestiere dell’operatore didattico cambiando volto anche all’intero comune sempre più visitato da scolaresche, turisti e famiglie che ora possono ascoltare questi strumenti in più occasioni visto che c’è pure una banda musicale d’ordinanza che suona solo coi fischietti. Altra storia quella della giovane Corinne che i nonni non li aveva ma li ha adottati durante le vacanze. E’ stata una coppia di arzilli vecchietti vicini di casa a trasmettere alla ragazza il segreto della macerazione delle rose per farne aceto, confetture e gelatine. Ora con la sua famiglia vive tra il profumo dei fiori e le essenze continuando a studiare. In cuor suo spera di trovare ulteriori mille metri da seminare per ampliare la sua gamma di prodotti. “Potrebbero sembrare racconti del caminetto – ha commentato Pietro Piccioni direttore di Coldiretti, nella veste di moderatore – sono invece realtà vincenti che conquistano i cuori, gli interessi della gente e soprattutto una fetta di mercato insospettabile e soprattutto ridanno fiducia”. Un’iniezione di speranza anche se tradizione e semplicità sono elementi su cui si basa il successo del nord est – ha detto Clodovaldo Ruffato, presidente del Consiglio Veneto – presente in rappresentanza della IV commissione consigliare anche Giampietro Possamai – a cui sono andati i complimenti per aver normato con lungimiranza il primario grazie ad un lavoro di concertazione con Coldiretti sulla legge per i giovani cosidetta Banca della Terra, quella che disciplina Agricoltura Sociale e il Consumo del territorio ma soprattutto la prima a livello nazionale che introduceva il “km zero”. “Una terra piena di iniziative da prendere ad esempio” – ha infine precisato il leader nazionale dei Pensionati Coldiretti Antonio Mansueto che, con il saluto del Presidente regionale Giorgio Piazza e un breve intervento di Don Elia Lunardi alla prima uscita ufficiale da Consigliere Ecclesiastico, ha chiuso il programma sulle note suonate dallo zufolo esperto di Benvenuto e proseguendo poi con il pranzo a base di pietanze condite dall’aroma di rose di Corinne.



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