ASSEMBLEA CONFINDUSTRIA PADOVA IL 5 LUGLIO

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Il 5 luglio al centro congresso di via Forcellini di Padova assemblea Generale di Confindustria Padova, tra le prime associazioni territoriali del sistema Confindustria con le sue 1.600 imprese associate. La relazione del presidente Massimo Pavin aprirà i lavori. Seguirà la conversazione con Duferco Group e presidente di , Alberto di Economia politica all’Università Cattolica, Miccichè di Intesa Sanpaolo, condotta da Andrea direttore di Class-CnSeguirà l’intervento del ministro Zanonato (già sindaco di Padova). Le conclusioni saranno tratte dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. La «questione industriale» e l’urgenza di una svolta pro-industria, in Italia come in Europa, per arginare la desertificazione produttiva che minaccia persino le aree più dinamiche, gli ostacoli da rimuovere, come la persistente restrizione del credito e una tassazione insostenibile (53,6% quella effettiva), il giudizio sui primi 65 giorni del Governo “di servizio” e le scelte indifferibili, dalla politica industriale al fisco ai tagli alla spesa, per spezzare la spirale recessiva e irrobustire le prospettive (incerte) di una miniripresa lenta e fragile. Ma anche il disagio e il senso di solitudine di chi fa impresa e le richieste ultimative alla politica. Sono i temi che saranno al centro dei lavori dell’Assemblea. «L’intensità della crisi ci ha riportato indietro di vent’anni, ha eroso base produttiva, lavoro e certezze, non la nostra competenza manifatturiera – spiega il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin -. Il rischio deindustrializzazione è alto, anche in un’area vitale come il Veneto, se non interverrà una svolta pro-industria che modifichi un contesto oggi profondamente ostile al lavoro e all’impresa. Al Governo, al Parlamento e ai partiti chiediamo senso dell’emergenza e responsabilità pubblica in questo momento, per non vedere sparire una parte vitale del nostro tessuto produttivo». «L’opportunità che si è creata con il Governo di larghe intese non va sprecata – continua Pavin -. Il decreto “del fare” e il pacchetto lavoro sono un buon inizio, cui però dovrà seguire una cura d’urto, uno shock positivo per la crescita fondata sull’industria. I prossimi mesi saranno decisivi. Occorre favorire, e non stroncare con altre tasse, la possibile ripresa muovendosi sul fronte della spesa. I piccoli passi sono un metodo necessitato, ma temo insufficiente. La prospettiva è una ripresa gracilissima se su cuneo fiscale, credito, energia non interverranno decisioni coerenti con l’altezza della posta in gioco. La questione industriale sarà il vero banco di prova per il Governo “di servizio al Paese” e per l’Europa».



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