L’Università Ca’ Foscari presenta il 7 maggio (h 17.00-19.30) presso l’Auditorium S. Margherita le proprie missioni archeologiche. “Viaggi nel tempo, le archeologie di Ca’ Foscari” il titolo evocativo dell’iniziativa pubblica che vede gli archeologi dell’ateneo esporre gli esiti delle loro ricerche. Dodici archeologi per trenta siti nel mondo, dal Mediterraneo al Medio Oriente, dall’Africa all’Asia, dalla preistoria al mondo coloniale e sub-contemporaneo che costituiscono la task force messa in campo da Ca’ Foscari e organizzata nel Centro Studi di Archeologia Venezia CESAV, che si propone di coordinare le varie attività di ricerca e darne visibilità sotto la direzione del professor Sauro Gelichi.
L’Ateneo ha recentemente dato notevole impulso alla disseminazione, alla divulgazione delle attività archeologiche e alla sempre maggior partecipazione e condivisione con la cittadinanza dei risultati dello scavo, nella prospettiva di costruire ponti con la società civile e nell’ottica di contribuire, attraverso l’archeologia, alla riappropriazione del passato da parte delle comunità. L’archeologia cafoscarina, ora riunita tutta all’interno del Dipartimento di Studi Umanistici, può contare su progetti che si avvalgono, sempre di più, di innovazioni tecnologiche all’avanguardia e di contaminazioni con il mondo del digitale (come ricostruzioni in 3D, ricognizioni dal satellite, GIS, fotogrammetria, creazione di modelli); inoltre essa sta esplorando vie sofisticate che consentano di valorizzare al meglio i risultati della ricerca e renderla sempre più fruibile attraverso, per esempio, la conoscenza e la navigazione virtuale di luoghi archeologici di non facile accessibilità per tutti, come quelli sommersi. Un altro settore che gli archeologi di Ca’ Foscari coltivano da tempo è quello del rapporto con le scienze naturali e le archeometrie, “archaeological sciences”, caratterizzandosi, secondo le più recenti tendenze della ricerca archeologica, per una spiccata interdisciplinarietà e nell’ambito di importanti collaborazioni internazionali. Da diversi anni Ca’ Foscari ha sviluppato un’attenzione specifica anche nei confronti del patrimonio archeologico sommerso, dotandosi di un insegnamento in archeologia marittima e navale e, soprattutto, promuovendo numerose ricerche volte allo studio e al recupero di numerosi relitti sommersi nel Mediterraneo. Le missioni all’estero sono sei e operano, con il riconoscimento e il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, su un orizzonte cronologico che si estende dalla preistoria all’archeologia medievale, prevalentemente nei paesi del Mediterraneo Orientale e del Vicino Oriente (Armenia, Georgia, Grecia, Iraq, Sudan), secondo una tradizione consolidata dell’ Ateneo, dove l’interesse per queste regioni non solo si pone sulla scia dei rapporti di lunga data tra Venezia e l’Oriente ma si sposa anche con le lingue e culture della regione insegnate nei Dipartimenti afferenti al settore linguistico, e si collega alle numerose iniziative di scambi internazionali (Erasmus + ICM, Overseas). Un impegno analogo per numero e qualità di proposte si registra nelle missioni di ambito nazionale, che si distribuiscono su un arco cronologico che dalla protostoria arrivo fino all’età Moderna. La maggioranza di queste attività si svolgono nell’area del Triveneto (Altino, Aquileia, Jesolo, Padova, Torcello), altre invece vedono impegnati i nostri docenti al fuori della Regione (Claterna in Emilia-Romagna e Cupra Marittima, nelle Marche). Si tratta di ricerche, anche su importanti siti patrimonio dell’Unesco, che hanno ricadute significative sui quei territori dove agisce Ca’ Foscari, producendo sinergie con gli enti locali e consentendo di sviluppare la formazione sul campo per gli studenti cafoscarini. Ca’ Foscari prevede una laurea triennale in Conservazione dei Beni e delle attività culturali con percorso archeologico e una magistrale in Studi Umanistici Scienze dell’antichità, letterature, storia e archeologia, con un percorso archeologia. Un percorso formativo che trarrà nuova linfa dalle attività del centro che potrà essere un buon laboratorio dove prefigurare il futuro degli studenti. Gli archeologi che fanno parte del centro sono, oltre a Sauro Gelichi, Lucio Milano, Luigi Sperti, Emanuele Ciampini, Daniela Cottica, Giovanna Gambacurta, Elena Rova, Cristina Tonghini, Carlo Beltrame, Ilaria Caloi, Alessandra Gilibert, Diego Calaon. (foto Cf).

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