“La Regione raccoglie la richiesta di aiuto lanciata da Assindustria Venetocentro sulla gestione dei rifiuti speciali e sta già cercando di fare tutto il possibile per trovare una soluzione al problema di cui siamo consapevoli, ma che è di carattere nazionale”. La rassicurazione giunge dall’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin in risposta alle preoccupazioni espresse l’Associazione degli imprenditori di Padova e Treviso sui problemi che sta incontrando la gestione dei rifiuti industriali in Veneto. Il sistema di gestione dei rifiuti industriali in Veneto è prossimo al collasso, come è stato scritto in una nota. Filiere strategiche come meccanica, tessile-calzature, gomma-plastica, legno e cartario sono in affanno per la carenza di impianti in cui smaltire gli scarti di lavorazione, cioè i rifiuti speciali (classificati come “non pericolosi”). E per le regole che paralizzano sia gli impianti sia il mercato, i rifiuti e i materiali da rigenerare non trovano destinazione e si accumulano nei capannoni. A lanciare l’allarme è Assindustria Venetocentro, che ha descritto una situazione ormai diffusa a livello nazionale, ma che anche nel Veneto sta assumendo le dimensioni di una vera e propria emergenza, che incide sulla competitività dell’intero comparto manifatturiero della regione e assume proporzioni ogni giorno più gravi. Il problema riguarda i rifiuti prodotti dalle imprese, 14,6 milioni di tonnellate l’anno (18,8% della produzione totale delle regioni settentrionali). Negli ultimi mesi sono state centinaia le segnalazioni delle aziende associate, inizialmente relative a incrementi dei costi, che per alcune tipologie di rifiuti sono raddoppiati. E poi con ancora maggiore preoccupazione per i ritardi, e in alcuni casi addirittura i blocchi, nel normale servizio di ritiro dei rifiuti, da parte dei soggetti terzi autorizzati. Difficoltà segnalate dal 62,9% degli imprenditori delle due province, secondo un’indagine a campione svolta dall’Associazione degli imprenditori di Padova e Treviso. E davanti a tale problema l’ass.Bottacin ha dichiarato: “per quanto riguarda i rifiuti solidi urbani la normativa prevede che ci sia l’autosufficienza dello smaltimento a livello regionale. Lo stesso non vale invece per i rifiuti speciali per i quali è prevista la libera circolazione in Italia e all’estero. Può quindi accadere, e accade, che rifiuti provenienti da altre regioni vengano smaltiti in Veneto riducendone la capacità di smaltimento complessiva e finendo per penalizzare le realtà locali”. “E’ uno dei temi – ha proseguito l’assessore all’ambiente – presenti nella trattativa con il governo per forme di maggiore autonomia alle Regioni che, come il Veneto, l’hanno richiesta. Se ci fosse riconosciuta, potremmo dire di no al conferimento di rifiuti speciali provenienti da fuori regione. Ci avevamo provato con una legge regionale di qualche anno fa, introducendo un limite massimo del 15%, ma la norma ci fu impugnata dal governo e la Corte Costituzionale gli diede ragione. Ora ci stiamo battendo per avere autonomia anche nelle materie ambientali. La situazione si è acuita – ha concluso Bottacin – anche perché, mentre fino a poco tempo fa altri Paesi esteri accoglievano i rifiuti speciali a prezzi convenienti, adesso non è più così. E’ un problema che ha una valenza nazionale e per questo abbiamo richiesto l’interessamento del Ministero dell’Ambiente. In ogni caso qui in Veneto siamo già impegnati da tempo a seguire la problematica in stretto raccordo con Confindustria e il 28/1 avrò un altro incontro con il presidente Matteo Zoppas su questo tema, dialogando anche sulla possibilità di realizzare siti di smaltimento in conto proprio, che permetterebbe di non accettare rifiuti dal resto d’Italia e di produrne meno, ma che finora non è stata utilizzata dalle aziende”. (foto lafune.ue,agenzie,arch.)

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